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Quant’è difficile la maturità #democratica in terre di fame. Come in #Sicilia
01 Ago 2015 05:41

Servili siano i verbi.
No, io no.
Tre cose.

Io sono renziana, Renzi lo è poco ultimamente. Con tutto il bene che gli voglio, e proprio perché gliene voglio, torni Renzi sennò si perde non solo le minoranze Pd, ma i renziani, quelli veri. Quelli di testa e non di tasca. Sono azionista di maggioranza, posso dirlo.

Secondo. No, non scatenatevi con commenti beceri. Sono fedele a me stessa, penso quel che dico e dico quel che penso, quando mi va e con chi mi va.

Terzo. Crocetta no. Si vada a votare in Primavera, risolto qualche problema di conti. Ma si vada a votare, chi nasce tondo non diventa quadrato. Adoro, stimo, apprezzo, l’uomo Crocetta. Lo trovo onesto, irrituale, unico. Ma il politico no. Inadeguato per il suo ruolo.

Quarto. Trovo la selezione della classe dirigente penosa. Non ce lo possiamo permettere. A Sicilia come a Roma. Servono politici che abbiano competenze, vere, vere, qualificate, quelli che il mio amico Cosimo definisce politici accidentali. Eccellenze nei propri campi che decidono di impegnarsi in politica con spirito politico, non solo tecnico. Persone che sappiano però parlare con le persone non coi grafici. Sentire le persone, i loro guai e saperglielo raccontare e spiegare cosa accade, perché accade è come uscirne. La gente non è stupida. Non faccia Renzi l’errore che fan tutti. Trattarli solo a da stupidì o da comprabili.

Gli altri? I politici passati e presenti? Avete dato, anzi, avete avuto.

Verrà il tempo per loro, i politici accidentali. Verrà il tempo per loro? A un elettorato maturo l’ardua sentenza, a un elettorato immaturo, di pancia o interessato, la mediocrissima sentenza. Come si passa dall’immaturità alla maturità? Come si convince e spiega a un elettorato la maturità democratica e non demagogica di scelte di qualità e no. Di pancia o di interesse in tempi di fame, in terre di fame?

Con istruzione, formazione e cultura.

 


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