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Quella fotografia degli scugnizzi per le strade di Napoli
31 Mag 2014 08:29

Per chi ha qualche anno sul groppone, e vive a Napoli o ci ha vissuto, sentire parlare delle 82 denunce nei confronti dei genitori per: inosservanza degli obblighi di istruzione per i figli, non meraviglia.

La mattina per i vicoli pullulanti e pirotecnici della Napoli milionaria, manipoli di ragazzini corrono con la maglia di Hamsik o Higuain, qualcuno con quella del Pibe, l’ultimo vero re della città.

Ma non mancano le ragazzine. Queste vivono più appartate, magari in casa ad aiutare i genitori o a scambiare messaggi frenetici con lo smartfon.

La fotografia virtuale scattata dai Carabinieri della città partenopea,  con l’obiettivo puntato su quartieri come Scampia, Chiaiano, Piscinola e Marianella, ha contorni nitidi. E’ la prova di ciò che sappiamo tutti, ma che ora è diventato un atto di denuncia giurdico e sociale.

Ma cosa spinge questi ragazzi a tradire la scuola?

La risposta data è la solita: non c’è lavoro, che ci vado a fare? Oppure il contrario: devo lavorare, non ho i soldi per studiare.

Ma dietro a queste puntualizzazioni si nasconde l’apatia verso un sistema, da ricollegarsi all’assenza di uno Stato forte moralmente, che faccia sentire il peso dei doveri che abbiamo tutti verso una società.

Infatti, questi ragazzi, eludendo la scuola, fanno danno a se stessi, ma anche alla comunità che li circonda. La loro ignoranza diventerà un libro bianco, dove potranno scrivere la loro storia gente votata alla galera a vita.

Una mente piena d’informazioni organizzate, è lucida e sa decidere del proprio futuro. Una mente scevra d’informazioni e piena di luoghi comuni, produce un irresistibile richiamo verso il denaro e il consumismo, come unica stella polare di un’esistenza vuota.

Ma capiranno i genitori denunciati, i rischi dei loro figli? O anch’essi sono vittima della stessa scuola di pensiero?

Non emettiamo giudizi perentori. In linea di massima diciamo che gli adulti in questione, non hanno saputo opporsi alla volontà bizzarra dei figli.

Ma noi che gli stiamo intorno ed amiamo la società dei valori, non guardiamo distrattamente questa notizia archiviandola come altre faccende amare

L’assenza di meraviglia, non vuol dire un declassamento di essa.

Oltre al triste risvolto umano, ora che l’Italia vive un profondo cambiamento, non possiamo più permetterci ragazzi “inutili” alla società. Inutili nel senso di non dare un contributo ad essa in termini di produttività.

Ognuno deve costruirsi la propria esistenza e deve imparare ad accendere il fuoco anche con due pietre, come cinquemila anni fa.

Non si esce da una crisi così profonda, senza dar fondo a tutte le energie che abbiamo dentro. Anche le più latenti.

Ragazzi, tornate a scuola. L’Italia ha bisogno di voi.


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