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Al Sud serve una nuova classe dirigente
17 Mag 2014 15:32

La classe dirigente italiana è repentinamente cambiata dall’inizio del 2014.

L’avvicendamento tra Enrico Letta e Matteo Renzi (alla guida del governo) e la proposizione di Toti come nuova leaderchip di Forza Italia, in luogo della vecchia guardia, hanno apportato delle modifiche nelle dinamiche dei due rispettivi poli.

Il terzo polo, quello del Movimento Cinque Stelle, si è rinforzato sul piano dell’organico della sua classe dirigente.

Il Pd ha mostrato una grande forza di compattezza, tipica della vecchia sinistra. Nonostante una carismatica minoranza avversa, tutto si è tacitato.

Anche D’Alema fa campagna elettorale.

In Forza Italia le lotte intestine proseguono, oltre alla insuturabile ferita Ncd. Nel Movimento 5 Stelle, Grillo riesce ancora a proporre un movimento che procede all’unisono.

Il Pd ha mandato Renzi al Sud a prendere qualche impegno rassicurante.

Forza Italia sembra ignorare il Meridione e buttarla sui complotti e sentenze della magistratura sbagliate. Grillo parla di autonomia del Sud, richiamandosi al Regno delle due Sicilie (sotto forma di macroregione), eliminare l’euro e attacchi ad Equitalia.

Se conoscesse la storia si asterrebbe dal giudizio sulle Due Sicilie, un regno mai unito, perché privo di un’identità e tenuto insieme dalla mera forza dei confini.

Per quanto riguarda l’euro, senza la moneta europea, l’inflazione al Sud sarebbe il vero tsunami che tanto paventa.

Per ciò che concerne Equitalia, è un’incentivazione indiretta e deleteria a non pagare i tributi allo Stato, che prolifera in maniera incontrollabile.

Che il sistema Equitalia possa essere corretto è sacrosanto, ma farne la madre di tutte le disgrazie è solo una scorciatoia inutile, per non affrontare la genesi dei problemi economici.

Insomma, il Sud, che nelle campagne elettorali degli anni ’80, poteva contare su una classe dirigente nazionale (nel bene e nel male) quasi tutta meridionale, ora si trova sguarnito.

Viene da chiedersi come mai. Viene da domandarsi perché non esprimiamo più classe dirigente.

Il Sud dimenticato, dipende anche da questa incapacità.

E invece di riorganizzare una sua forza, coalizzarsi verso punti di riferimento del suo territorio, stranamente il vento che tira è quello del grillismo.

Che di Sud non mastica nulla.

Siamo messi male. Cerchiamo di organizzarci meglio per le prossime politiche.

Individuiamo qualcuno che possa rappresentarci e non mandiamo a governare gente che parla per “sentito dire”.

Come insegnava Winston Churchill, per governare c’è  bisogno della conoscenza della storia. Ed io ho qui nella mia libreria ho il suo libro: “Marlborough, la vita ai tempi del duca di ferro”. Da esso ho recepito la caratura di storico dell’uomo che salvò l’Europa dal nazismo.

Non vi può essere politica che cambi un paese, senza uomini di cultura.


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