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Confindustria Sicilia firma il patto antiracket
25 Nov 2013 16:33

Un protocollo d’intesa tra Confindustria Sicilia e la Federazione delle associazioni antiracket e antiusura italiane.

L’accordo è stato sottoscritto nella sede della Prefettura di Caltanissetta dal presidente onorario della Fai Tano Grasso, dal presidente degli industriali siciliani Antonello Montante, dal commissario nazionale per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura Elisabetta Belgiorno, dal prefetto di Caltanissetta Carmine Valente e dal presidente della Fai Giuseppe Scandurra.

L’accordo ha come obiettivo quello di far emergere gli episodi di illegalità e aumentare il numero delle denunce per estorsione. Le attività saranno coordinate da un apposito sportello Fai nella sede palermitana di Confindustria Sicilia con il compito di assistere gli imprenditori vittime di fenomeni criminali. L’assistenza offerta seguirà tutto il percorso: dalla denuncia al supporto legale.

Lavoriamo da 23 anni per costruire una più stretta collaborazione tra forze dell’ordine, magistratura e imprese e questo protocollo rappresenta un rilevante salto di qualità”, ha commentato Tano Grasso. “Con questo protocollo – ha sottolineato Antonello Montante – ribadiamo l’impegno di Confindustria nella lotta contro ogni forma di illegalità e la volontà di instaurare sinergie con tutti in soggetti che, come la Fai, sono in prima linea nel combattere le attività criminali. Per anni, è stata vissuta come ‘normale’ una connivenza che oggi non è più tollerabile. Il problema è culturale ed il cambiamento culturale è ormai in atto e non è possibile arrestarlo”.

Questo è un lavoro che parte da lontano, dalla firma del protocollo tra la Fai e la Confindustria nazionale – ha detto Elisabetta Belgiorno, commissario nazionale antiracket – e questo ulteriore passaggio non poteva che avvenire a Caltanissetta per la sua storia di qualità contro la mafia, fatta di fatti. Bisogna far capire che il pizzo non è un normale costo d’esercizio, ma una costrizione inaccettabile. L’impresa etica è una impresa che vive di libero mercato. Sono certa che questo sia un buon matrimonio, che darà il via a esempi analoghi nel resto d’Italia. Ancora una volta la Sicilia farà da apripista”. Per  il prefetto Carmine Valente, invece, quella appena sottoscritta “è un’intesa che racchiude più anime, ma che ha un unico obiettivo: sostenere gli imprenditori che vogliono ribellarsi al racket. Oggi le istituzioni stanno dimostrando di essere al fianco delle aziende sane per liberarle da una inaccettabile intermediazione parassitaria e criminale”.


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