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Cosa significa Altaroma per i giovani designer del Sud
28 Ott 2020 20:16

Una delle cosa più invidiate in tutto il mondo a noi italiani è la creatività e la qualità della manifattura, che ha permesso al Made in Italy di essere un segno di garanzia di buon gusto e ottima realizzazione del prodotto. Questo è quanto mai una certezza assodata nel mondo della moda, che ci vede primeggiare con i tanti brand degli abiti e degli accessori fondati da italiani e spesso, purtroppo, finiti sotto il controllo di mani straniere dei grandi fondi di investimento nel settore del lusso.

Il processo di vendita delle grandi case di moda italiane, che qualcuno ci tiene a definire come una “svendita”, ha portato in questi ultimi anni le istituzioni ad agire per il riposizionamento sullo scenario internazionale della nostra fashion industry. Così si è riusciti a consentire ad Altaroma di essere riconosciuta dal settore come l’istituzione italiana più rappresentativa della moda, riuscendo ad attirare studenti, nuovi talenti e ottimi designer emergenti a bordo della propria piattaforma di scouting. In un certo qual modo si può dire che Altaroma agisca da incubatore di creatività, con la sua missione di reclutamento, supporto e promozione di nuovi talenti emergenti su cui scommettere per la moda dell’Italia nel prossimo futuro. Tutto questo è “Who Is On Next?”, in collaborazione con la redazione di Vogue Italia: un vero e proprio contest indirizzato ai giovani che vogliono essere la mente progettuale dello sviluppo di prodotti di alta moda, senza sconti per una rigida selezione del nuovo Valentino del futuro.

La Roma Fashion Week 2020 dedicata alle nuove generazioni di chi sarà il creatore della moda dei prossimi anni ha fatto registrare un aumento della presenza di designer del territorio romano con Caterina Moro, Italo Marseglia, Morfosis, Roi Du Lac, Antonio Martino, Gall che hanno fatto andare in passerella le loro collezioni autunno-inverno di quest’anno e per la prima volta Ginevra Odescalchi con una esposizione dei suoi abiti al Museo Andersen. 

A conferma del successo dell’edizione estiva di “Rome Is My Runway”, grande merito all’apertura verso la promozione di brand emergenti, che hanno partecipato a “Showcase”.

È decisivo anche questo comparto industriale ritorni ad imporsi su scala globale, permettendo – come ha più volte sottolineato il direttore di SUPERBELLE – per il suo effetto trainante sulla penetrazione dei mercati di un’altra eccellenza nostrana rappresentata dai cosmetici, che quest’anno ha superato i 12 miliardi di fatturato con l’ennesimo aumento di produzione dell’1,5%. Addirittura il 41% dei cosmetici fatti in Italia finiscono per essere scortati, portando la bilancia commerciale in positivo con quasi 3 miliardi di euro di avanzo. Make-up e vestire bene formano un sodalizio che l’Italia non può e non deve più permettersi di trascurare.

Un altro tocco di meridione d’eccellenza nella Roma Fashion Week è stato Gabriele Melodia, giovane designer e illustratore siciliano che ha realizzato in collaborazione con Vogue Italia l’immagine ufficiale rappresentativa dell’edizione d’inverno della manifestazione. Ciò non toglie valore al settore agroalimentare del sud, legato a doppio filo alla celeberrima dieta mediterranea, che viene egregiamente raccontato da giovani food blogger foggiani.


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