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Don Tonino, il santo di Molfetta. Chiusa la fase di canonizzazione. Il vescovo: “presto sarà beato”
01 Ott 2013 09:38

Il 30 novembre prossimo, nella Cattedrale di Molfetta, si terrà l’ultima sessione della fase diocesana della Causa di canonizzazione di don Tonino Bello, scomparso il 20 aprile di 20 anni fa. Lo ha reso noto in diocesi il vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, mons. Luigi Martella.

Nell’ultima sessione la documentazione raccolta sarà depositata in tre casse distinte, chiuse e sigillate. Quella contenente gli originali sarà custodita nella Curia vescovile di Molfetta; le altre due casse, contenenti le copie o transunti, saranno consegnate a Roma alla cancelleria della Congregazione delle Cause dei Santi, in attesa del Decreto della Validità giuridica dell’inchiesta. Inizierà, così, la fase romana della Causa che dovrebbe concludersi con la beatificazione e canonizzazione di don Tonino Bello.

L’apposito Tribunale si è insediato il 30 aprile 2010, dopo che il 21 dicembre 2007 il vescovo aveva dato notizia dell’avvio dell’iter, avendo acquisito le necessarie approvazioni richieste dalla normativa canonica. Anche l’arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie ha dato il suo contributo per mettere in luce la figura di don Tonino.

È accaduto il 4 giugno 2011 quando il vescovo Martella, in seguito alla rinuncia di mons. Antonio Neri nominato sottosegretario della Congregazione per il Clero, nominò mons. Sabino Amedeo Lattanzio, postulatore della diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, nuovo Giudice Delegato vescovile, autorizzandolo a presiedere il Tribunale della Causa di mons. Bello. Mons. Lattanzio, dopo aver prestato giuramento, ha ascoltato fino ad oggi una sessantina di testimoni, tutti di persona, collaborando con il postulatore mons. Agostino Superbo e il vicepostulatore mons. Domenico Amato.

I testimoni ascoltati – quelli proposti dal Postulatore e quelli indicati ‘ex officio’ dal Giudice Delegato – sono vescovi, sacerdoti, religiosi, collaboratori intimi di don Tonino Bello quando questi era sacerdote e, poi, vescovo, amici d’infanzia, parenti, amici di seminario e gente comune. ”Da tutti traspare un don Tonino sempre uguale a se stesso, appassionato di Gesù Cristo, del suo Vangelo, della Causa del Regno e della sua giustizia, quindi, degli ultimi e dei poveri” ha affermato mons. Sabino Lattanzio – si sottolinea in una nota dell’arcidiocesi di Trani – senza rivelare altro per restare fedele al segreto d’ufficio.


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