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E il principe Carlo paga meno tasse dei suoi dipendenti
17 Lug 2013 12:30

I tabloid britannici non l’hanno perdonata al principe Carlo. Da una audizione di una commissione di Westminster sulla sua azienda, la Duchy of Cornwall, è emerso che l’erede al trono sborsa solo il 24% di tasse su una rendita milionaria.

Il Daily Mirror lo ha attaccato impietoso: è uno scandalo reale, il principe paga meno il fisco dell’ultimo dei suoi dipendenti. Anche se questa situazione è del tutto legale e deriva dai diritti che come erede al trono e quindi duca di Cornovaglia dispone Carlo, la polemica potrebbe essere l’inizio della fine proprio per i privilegi che risalgono al Medioevo.

La presidente della commissione della Camera dei Comuni, la laburista Margaret Hodge, ha sottolineato che queste agevolazioni fiscali devono essere analizzate e si deve comprendere se rispecchino ancora la realtà dei tempi. I numeri parlano chiaro. Carlo ha intascato dalla rendita che gli fornisce l’azienda, specializzata nell’agricoltura biologica, circa 19 milioni di sterline l’anno scorso. Ne ha pagate in tasse 4,4 milioni, circa il 24%. Mentre, ha calcolato il Daily Mirror, un suo dipendente ne sborsa circa il 36% rispetto a quello che intasca di stipendio.

A difendere gli interessi dell’erede al trono di fronte alla commissione, che già indaga in materia fiscale su colossi come Google, Amazon e Starbucks, c’era il suo segretario personale, William Nye, che ha dovuto rispondere alle domande dei deputati che gli chiedevano perché non vengano pagate le tasse previste per tutte le società del Regno. Nye ha affermato che il Duchy è esente dalle imposte sulle società, in quanto proprietà della Corona.

Non solo, ha aggiunto, il principe paga volontariamente l’imposta sul reddito. E ha anche ricordato che il Duchy fornisce al principe la rendita necessaria per i suoi impegni pubblici e quelli della moglie Camilla e dei figli William, con la moglie Kate e Harry. Quindi anche un giorno del ‘royal baby’ in arrivo. L’accusa che ha mosso la parte laburista della commissione è però difficilmente attaccabile: perché l’azienda che ha perfino una linea di prodotti, quindi è pienamente sul mercato, è esente da alcune tasse? Domande che molto probabilmente dovrà risolvere il governo. Per ora restano le critiche dei gruppi repubblicani. “Mentre il Paese vive uno stress economico senza precedenti, è inaccettabile che l’erede al trono eluda i suoi obblighi fiscali in questo modo”, ha detto Graham Smith, leader del gruppo Republic.


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