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E’ incinta ed ha il tumore. Solo un macchinario innovativo la può salvare
20 Ott 2013 10:37

Ha un tumore al cervello ed è incinta, ma non intende sottoporsi a cure che possano danneggiare la bambina che ha in grembo. L’unica speranza per una giovane donna di Salerno, Angela Bianco, di 26 anni, pare sia l’impiego di un macchinario innovativo, il ‘Cyber Knife‘, un coltello cibernetico ad alta precisione, che potrebbe rimuovere il tumore senza danni per il feto.

Il problema è che il macchinario è disponibile in una clinica privata di Bari, la Mater Dei che però non è autorizzata ad utilizzarlo. Per questo, dopo l’appello della giovane diffuso dalla stampa, la Regione Puglia ha esaminato la questione in una riunione e si è detta ”disponibile” a dare il via libera alla procedura ponendo, però, alcune condizioni di sicurezza nell’uso del macchinario.

Non resta che attendere la richiesta della clinica che, fa sapere l’assessore regionale alla Salute, Elena Gentile, non è finora pervenuta. ”La vicenda è stata appresa da noi soltanto dalla stampa – ha detto l’assessore – siamo vicini alla giovane donna che è in attesa di Francesca Pia e speriamo che tutto si risolva per il meglio”.

Si è mosso anche il presidente della Regione, Nichi Vendola, che sta informando anche il ministro della Salute. Immediata è stata, infatti, la convocazione di una riunione per esaminare il caso e trovare una soluzione in tempi brevi.

Noi siamo a completa disposizione per fare tutto ciò che è possibile per venire incontro alle esigenze di questa giovane mamma – ha detto l’assessore Gentile -. Occorre però rendere chiaro quale sia il problema che è necessario affrontare. La Cyber Knife è collocata nella clinica Mater Dei, del gruppo Cbh, che ad oggi non è autorizzata all’esercizio della radioterapia, né ha presentato richieste di autorizzazioni“. “L’autorizzazione non è solo una questione di burocrazia – spiega l’assessore – ma una sostanziale questione di sicurezza nell’uso della macchina. La Cyber Knife è sicuramente efficace nel trattamento dei tumori, ma si tratta di un macchinario che deve essere utilizzato in ambienti protetti, secondo rigide prescrizioni, poiché emette radiazioni potenzialmente dannose per il paziente e gli operatori”.

La Regione, quindi, ha assicurato la disponibilità a concedere l’autorizzazione, a condizione che “insieme alla richiesta di autorizzazione ci sia una relazione tecnica che definisca le procedure mediche che si intendono adottare e il relativo percorso assistenziale”. La Regione chiederà inoltre un parere ad una commissione di esperti nelle discipline mediche interessate dall’intervento.


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