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Gli italiani ed il concetto di libertà
11 Mar 2016 08:45

Il rapporto di un individuo con la libertà è tema interessante, quanto complesso. Perché parliamo di un concetto che si muove su più terreni. Quello filosofico è forse il più congeniale per dare una risposta.

La libertà è quello spazio che costruiamo in noi stessi e che poi proiettiamo con misura articolata, sulle azioni, gli individui e le cose che ci riguardano.

Partendo da tale definizione e coniugandola con il popolo italiano, possiamo dire che la costruzione è stata influenzata dalla religione.

La religione è un mondo di regole, che investono la cultura dell’individuo e agiscono nelle sfere del giudizio e quindi in azioni, individui e cose risalenti a tali sfere.

Gli italiani sono stati influenzati da una religione “forte”, per via della presenza sul suolo peninsulare dello stato pontificio. Una presenza fisica della religione, oltre che morale.

Indi il percorso di laicizzazione della società, intrapreso in Europa dal sedicesimo secolo, in Italia è stato più lento e faticoso. L’Illuminismo poi, non ha seguito il suo corso compiuto in quanto il nostro Romanticismo l’ha stemperato in maniera consistente.

Inoltre gli italiani sono stati sottoposti da un secolare dominio straniero, che ha prodotto l’immagine di uno stato strutturalmente “non amico”.

Quindi l’italiano, per tali circostanze, ha avuto una costante repressione della libertà, che ha prodotto come valvola di sfogo uno strisciante malanimo alle regole. A volte in forma di anarchia o individualismo.

Con un percorso più confidenziale con la libertà, avremmo avuto un rapporto più sereno con essa, con una maggiore attenzione alle regole e maggiore qualità nell’approccio alla religione.

Le nostre difficoltà culturali di orientamento nella libertà, sono frutto della nostra storia. Nel governare l’Italia si è sempre dovuto fare i conti con tale aspetto.


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