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Greenpeace può attaccare l’Enel. Ma non può usare il marchio
24 Lug 2013 07:55

D’ora in poi tutti i loghi Enel utilizzati da Greenpeace nella sua comunicazione contro l’azienda risulteranno censurati. Così l’associazione ambientalista in una nota dopo aver ricevuto “l’ordinanza con cui la Sezione specializzata in materia d’impresa del Tribunale di Milano censura l’uso dei marchi dell’azienda elettrica nello svolgimento delle sue campagne contro il carbone”. Il Tribunale di Milano, ricorda Greenpeace, “ha ritenuto di dover tutelare il valore economico del logo della multinazionale elettrica dagli usi parodistici che ne ha fatto Greenpeace.

Tuttavia, anche nel giorno in cui sembra incassare la sua prima vittoria in aula, Enel deve fare i conti con una nuova sostanziale sconfitta”. Nell’ordinanza, scrive l’associazione, “si legge infatti che ‘il Collegio condivide pienamente le valutazioni espresse dal primo giudice e dal Tribunale di Roma quanto alla legittimità dei toni generali della campagna varata da Greenpeace, condividendosi il giudizio secondo cui la durezza delle espressioni impiegate da Greenpeace può dirsi giustificata dalla gravità della tematica affrontata, dal suo rilevante interesse per l’opinione pubblica, dalla funzione di denuncia dell’associazione”.

E, ancora: “La legittimità del diritto di critica nei confronti di Enel è già stata ritenuta dal Tribunale di Roma e dal I Giudice in una parte della motivazione dell’ordinanza che il Collegio ritiene di dover pienamente condividere”.

Quindi, “complimenti a Enel per la bella vittoria di Pirro – ha detto Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace – Persino nel momento in cui un tribunale decide di tutelare il suo marchio, viene ribadito che la nostra campagna è meritoria e legittima. Se sono dei giudici, per la terza volta, a scriverlo in un’ordinanza, ebbene vorrà dire che la nostra protesta merita proprio di essere proseguita. E così sarà. Enel si prepari a nuove offensive: pacifiche, non violente e ancor più efficaci” ha aggiunto Boraschi.


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