';

Il pomodoro, eccellenza siciliana
08 Mar 2014 07:54

Il rilancio del pomodoro come elemento di connotazione economica territoriale: questo il tema di cui si è discusso a Comiso nella giornata informativa “Tomato Excellent: il pomodoro da mensa siciliano, leader dell’orticoltura italiana” a cui hanno partecipato i responsabili delle principali aziende che producono pomodoro, oltre che i dirigenti del Consorzio Pomodoro di Pachino Igp, unica eccellenza a marchio territoriale della Sicilia nella categoria.

Interessanti dati su cui riflettere sono stati forniti da Luciano Trentini, del Cso- Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara, ospite della giornata: il pomodoro rappresenta il 39% della superficie coltivata in pieno campo e il 41% delle produzioni coltivate in serra. Nel 2012, il pomodoro da mensa ha interessato una superficie coltivata leggermente superiore ai 25.000 ettari, con una quota produttiva di oltre 10 milioni di tonnellate, ottenuti per il 75% in pieno campo e per il restante 25% in serra. “La Sicilia – ha detto Trentini – è il bacino di produzione più importante del nostro paese e, oltre alla leadership produttiva, intende mantenere anche la supremazia qualitativa, garantita da condizioni di coltivazione uniche sul territorio italiano“.

Non tutti i dati, tuttavia, risultano confortanti: secondo le ultime stime in media la famiglia italiana spende all’anno 437 euro di ortofrutta.

Una cifra molto esigua – ha commentato il Presidente del Consorzio Igp Sebastiano Fortunato – Se ci facciamo i conti è poco più di un caffè al giorno. Purtroppo la crisi ha reso la gestione economica della famiglia molto difficile e il settore alimentare è tra i primi a risentirne. Tuttavia noi abbiamo manifestato anche il nostro punto di vista. Ci sono infatti studi di mercato che certificano una diminuzione di spesa, ma allo stesso tempo attestano che i soldi spesi per il cibo sono più concentrati verso produzioni di qualità come la nostra. Nel 2013, infatti, la nostra produzione di prodotto certificato Igp è aumentata da 4 milioni a oltre 5. Segno evidente che l’attenzione verso la qualità alimentare si sta diffondendo sempre più in Italia“.

Il convegno è stato poi un momento di dialogo e di confronto anche con alcuni esponenti della Gdo. “Purtroppo ancora oggi questo rappresenta un tasto dolente per la valorizzazione del nostro prodotto– ha aggiunto Fortunato-. Ho chiesto ad alcuni esponenti della Gdo se tenessero conto delle spese di produzione dei prodotti di qualità, ma le loro risposte sono state evasive. Questo aspetto mi sembra oggi molto importante ed è quello che può rappresentare il punto di svolta e dunque quello su cui dobbiamo lavorare. Qualche catena di distribuzione ha già iniziato a prestare un’attenzione maggiore alla qualità, facendolo trasparire in una politica di prezzo più coerente. Speriamo che presto questo possa essere un atteggiamento esteso“.


Dalla stessa categoria

Lascia un commento