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Il trullo, da patrimonio dell’umanità alla lista nozze
03 Lug 2013 15:32

Da patrimonio dell’umanità Unesco (1996) alla lista nozze Altieri-Giampaolo (2013). Protagonista il trullo, costruzione tipica di Alberobello, divenuta nei secoli tratto identitario inequivocabile delle campagne pugliesi. Bene, la famosa cupola, con tanto di pinnacolo, esempio di bio edilizia “ante litteram”, è il regalo più gradito che Nuccio Altieri, vice presidente della Provincia di Bari, e la fidanzata Erika Giampaolo si augurano di ricevere per il loro matrimonio il prossimo 26 luglio. Tanto che all’acquisto del trullo hanno dedicato la lista nozze.

Fino ad oggi il trullo, in miniatura, aveva identificato tutt’al più la bomboniera per sposi particolarmente legati al territorio ed alle sue espressioni artigianali. La produzione locale ne vanta anche di molto raffinati, in pietra e scolpiti a mano.

Oppure, in quanto parte annessa a Masserie o proprietà private, i trulli ristrutturati e collegati fra loro vengono spesso adibiti a sale ricevimenti, perché molto scenografici per foto o film ricordo. Ma in questo caso è un trullo a dimensioni naturali ad essere ambito, come regalo. La notizia curiosa viene sussurrata da giorni in vari ambienti della città capoluogo di regione ed in particolare nella cosiddetta “Bari bene”, vivaio di buona parte degli invitati alle nozze della bellissima giovane coppia.

Ed ecco il trullo, significante architettonico, segno forte, tratto determinato di tante vicende della storia di Puglia, e anche significato, perché ricco di contenuti, dalla forma ai materiali, alla logica che ne ha animato l’invenzione, la costruzione, e la tradizione che si tramanda da generazioni, arricchire la sua storia con un episodio di cronaca rosa.

Una storia di “popolarità” iniziata nel 1910, con una legge dello Stato che li ha riconosciuti monumenti nazionali e proseguita con il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco nel 1996.

Per i pugliesi – nonostante molte di queste architetture siano state acquistate negli anni da stranieri e soprattutto inglesi – restano il “fanciullino” architettonico, il cordone ombelicale non recidibile con le vicende di gente di campagna, l’ormeggio di una vita alla parte più immaginifica, sensibile, pura ma allo stesso tempo concreta della propria storia.

E ancora oggi, nella grande amnesia della modernità tecnologica, che aiuta la nostra memoria stanca con software d’ogni genere ma al tempo stesso la danneggia proprio perché le impedisce di esercitarsi e di contare solo sulla Ram del proprio cervello e non su quella suppletiva dei computer o dell’ I-cloud, non può che far piacere la scelta sui generis di una giovane coppia che al tradizionale corredo di piatti, posate e bicchieri, preferisce un tetto di pietra in cui realizzare il proprio sogno d’amore.

Una bella favola, se dovesse realizzarsi, coerente con quella di tanti uomini che con la fatica delle proprie mani hanno lavorato nei secoli la pietra con sapienza, passione e creatività, dando una personalità unica, monumentale, ma anche onirica e surreale, alle campagne di Puglia.

Da deposito per l’agricoltura ad abitazione fresca per le vacanze estive, e adesso anche regalo di nozze, il trullo continua il suo percorso nella storia, che non potrà che essere prodigo di ulteriori sorprese.


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