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L’imperscrutabilità di Gerusalemme
03 Gen 2017 17:19

Posso serenamente dire, dopo 5 giorni vissuti a Gerusalemme, di non averne capito pressoché nulla.

Quasi un sollievo, nell’epoca in cui tutti capiscono tutto di tutto, né si privano di disquisirne.

Però davvero: a parte l’idea di una complessità inestricabile, resta la suggestione di una stessa inquadratura in cui entrano contemporaneamente moschee, sinagoghe e chiese di due o tre generi diversi, più tutte le persone che vanno a pregarci dentro.

Ma, a meno forse di essere credenti in qualche dio, è una miscela non miscelata, come di olio e acqua (questa è di Arturo, come la foto qui sotto): non è buona per dissetare e nemmeno per condire l’insalata.

Una cosa rimane confermata: ci si può innamorare solo di una città canaglia alla volta. E io, almeno per questa esistenza, sono già sposato con Palermo.


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