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La dolce morte dell’imprenditore sardo
24 Mag 2013 16:00

Ha deciso di ricorrere al suicidio assistito in Svizzera un imprenditore di 88 anni, Roberto Gandolfi, ex presidente regionale dei costruttori della Sardegna.

L’ultimo viaggio verso la “dolce morte” in un paesino vicino a Zurigo lo ha fatto nell’ottobre scorso. A render pubblica la vicenda la figlia, Donatella Turri, ex attrice, sardo-veneta, nella sua casa di San Pantaleo, in Gallura. “

L’ho visto morire ma è stato sereno sino alla fine, sulla poltrona, dopo aver bevuto il bicchiere con la sostanza che gli avrebbe causato l’arresto cardiaco – ha raccontato la donna al quotidiano La Nuova Sardegna – prima del grande sonno ha sbadigliato e mi ha confidato ‘non era cosi’ amaro come dicevano, ma adesso ho soltanto una gran voglia di dormiré. Mezz’ora più tardi l’ho trovato con gli occhi chiusi”.

La figlia ha spiegato che il padre non avrebbe mai voluto ridursi a non esser più autonomo e così anche dopo la lunga malattia e la morte della moglie ha deciso di prender la tessera dell’associazione svizzera.

Ha organizzato con precisione la sua morte e anche il suo funerale, e ad ottobre è partito, dopo aver dato il suo consenso, per l’ultimo viaggio verso il paese svizzero accompagnato dalla figlia che ha in passato lavorato anche con registi famosi come Monicelli, Lattuada, Chabrol, interpretando parti in film come “La cuccagna”, “Una moglie infedele”. “Bisogna scegliere prima che la mente ti abbandoni, prima di sentirsi umiliati perché hai bisogno di tutto dagli altri”, confessava l’ormai anziano pensionato, anche se non malato grave, alla figlia.

“Siamo partiti ed eravamo ospiti di un albergo vicino alla villetta dove sarebbe successo tutto”, ha proseguito la donna, alcuni parenti hanno cercato di dissuaderlo ma “non c’é stato niente da fare, è stato irremovibile. Siamo andati nella villetta e gli assistenti hanno acceso la telecamera. ‘Confermo di sapere cosa mi attende e di aver deciso nel pieno possesso delle mie facolta’ mentali senza obblighi o costrizionì, ha detto e poi ha bevuto un protettore gastrico e la bevanda. Non so che contenga, non lo dicono. Io ero annichilita. Quando tutto è finito sono arrivati polizia e medico legale.

Gli agenti hanno visto il filmato, controllato che tutto si fosse svolto secondo le leggi svizzere. Mi restano impresse le sue ultime parole ‘ho visto tutto e la vita mi ha dato tutto, adesso puo’ solo peggiorare: e poi sono proprio curioso di vedere cosa c’é dall’altra parté”.


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