';

La morte non ferma il voto
16 Mag 2013 14:14

“Scusate” ha detto, e poi è morto. Fulvio Di Benedetto, ingegnere 67enne prestato alla politica, ha lasciato la corsa alla poltrona di sindaco di Sulmona (Abruzzo) ieri mattina, durante un incontro organizzato dalla Confesercenti nella sede della Cescot, dove i sette candidati a sindaco della città erano stati chiamati ad un confronto. Di Benedetto aveva appena preso la parola: due minuti per ciascun candidato, nei quali avrebbe dovuto raccontare la sua idea di commercio, artigianato, turismo ed enogastronomia. Ma dopo la prima frase si è fermato, ha chiesto scusa ed è scivolato all’indietro con la testa. Infarto fulminante.

A soccorrerlo sono stati i suoi avversari che gli hanno praticato un massaggio cardiaco, poi il tentativo di una volontaria della Croce Rossa con la respirazione bocca a bocca, l’arrivo dell’ambulanza, il defibrillatore, gli interventi farmacologici. Dopo un’ora di vana speranza, alle 13,15, l’annuncio della morte e un caso da scuola per la prefettura che, solo in tarda serata, ha comunicato che le elezioni vanno comunque avanti.

”L’articolo 72 del testo unico che riguarda le regole per i Comuni con più di 15 mila abitanti – ha spiegato la prefettura del’Aquila – non prevede nulla in caso di decesso dei candidati sindaco durante la regolare campagna elettorale, ma solo in caso di decesso di un candidato per il ballottaggio”. Se il defunto, paradossalmente, dovesse essere tra i due più votati, allora sarà il terzo ad andare al ballottaggio. Così dice la legge.

Ma la campagna elettorale, sospesa almeno fino ad oggi, quando si terranno i funerali, a Sulmona resta nel caos: a Di Benedetto, candidato per la coalizione Sulmona Unita, erano collegate cinque liste (i Socialisti e quattro civiche) ed ora non è chiaro come gli 80 candidati consiglieri si schiereranno per l’indicazione del sindaco. Il Movimento 5 Stelle propone il ritiro in blocco dei candidati sindaco per permettere di riorganizzare le fila alla coalizione di Di Benedetto, ma la proposta è fuori ogni riferimento giuridico, perché i sindaci non possono ritirarsi. Possono farlo i consiglieri, ma resterebbero validi i voti alle liste (vuote).

E poi, soprattutto, c’è il limite temporale del 15 giugno, data entro la quale le elezioni debbono essere tenute. Oltre, si aprirebbe l’ipotesi di un prolungamento del commissariamento. Troppo per una città e un territorio che è già allo stremo e che ha bisogno di interventi e scelte politiche.

La morte non ferma il voto e, in fondo, è meglio così: perché oltre il dolore e lo shock, c’è una comunità da sfamare, da nutrire almeno di speranze.


Dalla stessa categoria

Lascia un commento