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Le voci degli operai dell’Ilva: “Aspettiamo per giudicare Bondi”
06 Giu 2013 13:08

Si legge timore, qualche perplessità e comunque attesa negli sguardi degli operai dell‘Ilva di Taranto tornati al lavoro questa mattina, all’indomani della decisione del governo di commissariare temporaneamente lo stabilimento affidandone la gestione all’ex amministratore delegato Enrico Bondi

“È presto per dire che la tormenta è passata”, dice uno degli operai mentre entra nel reparto acciaieria, uno degli impianti ritenuti più inquinanti dalla magistratura. “Vogliamo vedere i fatti – aggiunge – la crisi non può essere risolta per decreto. Vogliamo capire se ci sono le risorse per risanare gli impianti e in che modo intendono tutelarci”

E mentre in fabbrica si vive, almeno in apparenza, un clima di calma, il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato ribadisce che Bondi presenterà un piano entro 60 giorni, e rassicura il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi sul rispetto del principio di proprietà: “Il decreto sull’Ilva – dice – è costruito per rispettare la proprietà, non per distruggerla”.

Nella fabbrica, i giudizi dei lavoratori sulla decisione del governo sono discordanti. “Bisogna dare tempo a Bondi – dice un operaio – non giudicarlo prima”. “Ho sentito che Grillo ha ipotizzato il reddito di cittadinanza nel frattempo che gli operai vengano riqualificati e ricollocati. Può essere un’idea, ma bisogna creare anche delle alternative”. Non c’é condivisione nemmeno sui contratti di solidarietà, ai quali l’azienda fa ricorso da marzo. “Anche questa – osserva una tuta blu – è una forma di assistenzialismo. In tanti ne usufruiamo facendone anche richiesta. Non è questa la strada e hanno fatto tutto senza ascoltare nemmeno il parere degli operai. Non vogliamo più delegare, lo Stato deve capire che non ci faremo più prendere in giro“.

Sul nome di Bondi gli operai non si esprimono, lo hanno conosciuto per troppo poco tempo come amministratore delegato. “E’ un ottimo dirigente, un grande manager, ha salvato la Parmalat – insiste il ministro Zanonanto per rassicurare i dubbiosi – ci consentirà di uscire da questa situazione. Abbiamo preso il più bravo giocatore del mercato”. Come lui, difende la scelta anche il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando. “Bondi era amministratore delegato dell’Ilva da pochissimo tempo”, dice, rispondendo a coloro che, come il governatore pugliese Nichi Vendola, avrebbero preferito un nome che rappresentasse anche discontinuità rispetto alla vecchia gestione dello stabilimento. “Tempo nel quale – conclude Orlando – abbiamo anche verificato dei salti di qualità dal punto di vista organizzativo per affrontare il tema dell’Aia”. 

Intanto, il decreto di commissariamento ha avuto i suoi primi effetti, con l’annullamento dell’assemblea della società siderurgica che era stata convocata per stamattina a Milano per rinnovare il Cda dopo le dimissioni del board targato Riva. Riunione inutile, visto che il provvedimento del governo, approvato ieri e pubblicato d’urgenza sulla Gazzetta Ufficiale, sospende i poteri degli organi societari


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