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Morire a 14 anni per una passeggiata
10 Lug 2014 07:44

Una giovane vita spezzata: Salvatore Giordano è morto oggi 4 giorni in un letto d’ospedale, attaccato a una macchina, dopo essere stato colpito, sabato scorso, dai calcinacci staccatisi dalla facciata della Galleria Umberto I nella centrale Via Toledo a Napoli.

Quei calcinacci che hanno colpito lui perché d’istinto aveva salvato, spingendoli, i suoi amici. Un’inchiesta dovrà far luce su questa morte: responsabilità pubbliche? di privati? di entrambi?

Già domani, in vista dell’autopsia, potrebbero essere notificati i primi avvisi di garanzia della Procura che deve mettere in condizione le persone potenzialmente responsabili del crollo dei calcinacci di nominare propri periti di fiducia. Potrebbero essere almeno cinque gli indagati con l’accusa di omicidio colposo, tra cui amministratori di condominio e tecnici comunali.

Ma Salvatore non c’è più. La mamma e il papà non l’hanno lasciato un solo istante, non si sono mai allontanati dall’ospedale. Solo oggi, dopo che il cuore di Salvatore si è arreso, hanno lasciato il Loreto mare per andare al Policlinico dove la salma sarà sottoposta all’autopsia. Chiedono giustizia e che “il caso di Salvatore non sia dimenticato dopo qualche giorno”. Chiedono che la morte del loro figlio “sia un monito per tutti. Non si può morire così”.

Hanno sperato, mamma e papà Giordano, che quel sottile filo che teneva in vita Salvatore non si spezzasse. Lui se n’è andato mentre i medici continuavano a controllare se ci fosse attività cerebrale o meno.

Sarà doppio lutto cittadino nel giorno dei funerali, probabilmente venerdì, a Marano, in provincia di Napoli dove Salvatore viveva con la famiglia, e a Napoli. Sono stati i primi cittadini, rispettivamente Angelo Liccardo e Luigi de Magistris, a proclamarlo.

“E’ un tragico evento che colpisce profondamente tutta la città di Marano”, ha detto Liccardo. La famiglia si è chiusa nel proprio dolore, confortata dalla presenza e dalle preghiere di amici e conoscenti che per tutta la giornata sono rimasti con loro.

Su Facebook è stata creata una pagina per ricordare “un piccolo angelo volato in cielo”. “Sei morto per la strafottenza umana”, scrive una ragazza in un commento sotto la foto di Salvatore.

I suoi amici hanno pregato davanti alla sala mortuaria del Loreto Mare insieme con don Luigi Merola, che da sabato sera è accanto alla famiglia. Don Merola chiede che “il colpevole sia individuato presto” e che “ci sia un risvolto serio affinché si faccia giustizia”.

Il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, ha scritto un messaggio nel quale afferma che “Le tenebre del dolore trovano sollievo e luce nel gesto di eroica carità compiuto da Salvatore, che si è adoperato per mettere al sicuro la vita degli amici con i quali passeggiava serenamente”.

Il sindaco, Luigi de Magistris, dice che quella di Salvatore è una “morte inaccettabile” per la quale “non esistono parole”. “Un dolore grande per tutti”, ha affermato Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania, che ha inviato le condoglianze alla famiglia, a nome dell’intera Giunta regionale.

L’avvocato Pisani, parla di “concorso di responsabilità”. “Le colpe – ha affermato – saranno accertate dalla magistratura”. Pisani ha sottolineato “l’esempio di compostezza dato dalla famiglia che chiede giustizia”. “Ognuno faccia un esame di coscienza – ha concluso – per evitare altre tragedie. Niente può restituire Salvatore ai genitori”.

La magistratura è al lavoro: grazie all’acquisizione di documenti, di fotografie e filmati, reperiti anche grazie ai media, i Carabinieri e la Polizia municipale starebbero per accertare a chi appartenga la facciata del monumento e dunque a chi toccava la manutenzione


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