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Morti sul lavoro, in Sicilia una carneficina. E mancano gli ispettori per controllare
01 Ago 2022 14:47

In Sicilia si muore di lavoro. E i controlli sono pochi. Da sempre mancano gli ispettori del lavoro: ce ne sono soltanto 63 in attività nell’Isola, mentre ne servirebbero almeno cinquecento. I numeri degli incidenti sul lavoro in Sicilia sono sempre più allarmanti: nei primi mesi del 2022 si contano 15604 rispetto ai 9449 dello stesso periodo di un anno fa. E sul totale rilevato, sono ben venti i morti registrati, scrive la Cisl riportando dati Inail, mentre 541 sono i casi di malattie professionali accertate.

Pochi ispettori, dati su infortuni e morti sempre più allarmanti

Per rimpinguare il numero di ispettori la Regione siciliana è in procinto di stipulare una convenzione con l’Istituto Nazionale del Lavoro. Il documento, spiega l’assessore alle Politiche sociali della giunta regionale siciliana, Antonio Scavone “è pronto per la firma e consentirà alla Regione di avvalersi degli ispettori in forza all’Istituto per i controlli sul territorio siciliano”. Per Scavone la convenzione garantirà “una politica efficace sia in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro che in materia di contrasto al lavoro nero”.

Sicurezza vista come un costo, accelerare nell’impiego di ispettori

“Aspettiamo i fatti”, il commento in casa Cisl, che per bocca del segretario generale Sebastiano Cappuccio e della segretaria regionale Rosanna Laplaca, tiene a rimarcare che “troppo spesso la sicurezza viene vista dalle imprese come una sorta di costo improprio, da minimizzare”. “E’ per questo – sottolineano i due sindacalisti – che chiediamo che ogni incentivazione economica alle aziende sia condizionata alle misure di sicurezza adottate”. Perché le tragedie si moltiplicano. E serve dunque accelerare nell’impiego di ispettori, a cominciare dai 256 previsti da un piano del 2019, mai finora reclutati”.

Occorre fare presto

“Se non si è ancora pervenuti alla firma del documento – informa Scavone – è perché il ministro per il Lavoro Andrea Orlando ha espresso la volontà di essere parte di un accordo così importante”. Ma “occorre fare presto”, insiste la Cisl che nei giorni scorsi, assieme ad associazioni d’impresa ed ente bilaterale per l’artigianato (Ebas Sicilia), ha lanciato i Nuovi Quaderni di Sicurezza che proprio in questi giorni sono in distribuzione a circa diecimila aziende del settore.

Le richieste della Cisl

Ai prefetti e al governo della Regione la Cisl, con la mobilitazione di stamani, ha rimarcato che è necessaria “la sinergia degli interventi tra organizzazione centrale, del ministero del Lavoro; amministrazione regionale. E parti sociali”. Ai prefetti è stato proposto di “istituire presso le prefetture coordinamenti territoriali permanenti che facciano leva sull’asse istituzioni-parti sociali e operino in prossimità delle realtà lavorative, per organizzare valutazioni e interventi in tema di sicurezza”. Al governo della Regione di “dar corso, nonostante le peculiarità del periodo, a tavoli tecnici, in particolare nei dipartimenti competenti degli assessorati alla Salute e al Lavoro”, perché l’interlocuzione su temi così importanti e delicati con le forze sociali e le istituzioni competenti (Inail, Inps, Asp, enti bilaterali), “non può essere interrotta”.

A Palermo 4000 incidenti nei primi sei mesi del 2022

Ad esprimere grande preoccupazione per le condizioni attuali dei lavoratori anche Leonardo La Piana, segretario Cisl Palermo Trapani, presente al sit in di Palermo che ribadisce: “Vogliamo evidenziare quello che non va ma soprattutto vogliamo fare in modo che si vada verso la giusta direzione. Circa 4mila incidenti sul lavoro da gennaio a luglio 2022 solo a Palermo. Quasi mille nel trapanese. Sette infortuni mortali a Palermo. Sono numeri devastanti per chi si occupa della salute, della sicurezza e della tutela dei lavoratori. Stiamo vedendo che i settori dove queste cose avvengono sono tantissimi. Questo fa capire che c’è un sistema che guarda più spesso alla produttività che alla sicurezza. Che guarda alla sicurezza come un costo e non come un investimento”.

“Per fare sicurezza ci vuole formazione, ci vuole sensibilizzare ogni giorno su questi temi ma ci vogliono anche i controlli. Il numero degli ispettori che abbiamo nella nostra regione è insufficiente, altamente insufficiente rispetto a quelle che sono le necessità. Noi abbiamo richiesto che venga incrementato fil numero degli ispettori del lavoro ma sappiamo che anche questo non basta fino a quando non passa un concetto molto forte di sensibilizzazione su questo tema. Dietro ogni incidente, dietro ogni persona che lascia questo mondo, c’è una famiglia. Chi perde la vita sul lavoro era uscito da casa per guadagnarsi uno stipendio”.


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