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Patto Confindustria Sicilia e Prefettura. Il certificato antimafia a Caltanissetta sarà più facile
06 Mag 2014 07:41

All’interno della Confindustria siciliana c’è stata una netta inversione di tendenza. Quello di oggi è un altro mondo. Ci sono state delle costituzioni di parte civile, molti imprenditori in sede processuale hanno puntato il dito contro i propri estorsori. E questo protocollo rappresenta un ulteriore passo in avanti nella collaborazione tra istituzioni e mondo dell’industria“. Lo ha detto il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari, a margine della firma del protocollo d’intesa tra Confindustria Centro Sicilia e la prefettura.

Saranno snellite le procedure per la richiesta del certificato antimafia da parte delle imprese, in base a un progetto già avviato su iniziativa di Confindustria nazionale assieme alla Presidenza del consiglio dei ministri ed al Ministero dell’Interno il 22 gennaio scorso che oggi si è tradotto, a Caltanissetta, nel primo accordo a livello locale in Sicilia.

Le aziende, in base al nuovo protocollo d’intesa siglato tra la Prefettura di Caltanissetta e Confindustria, potranno chiedere la certificazione antimafia – ormai necessaria per concorrere all’aggiudicazione di appalti pubblici – tramite la sede locale dell’associazione degli industriali. Adesso le singole sedi locali di Confindustria sigleranno gli accordi con ogni ufficio territoriale del Governo presente sul territorio. “Caltanissetta ha fatto da battistrada a questo progetto, visto che quello siglato è il primo protocollo d’intesa a livello locale” in Sicilia, hanno sottolineato il prefetto Carmine Valente, il presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante e il presidente di Confindustria per il centro Sicilia Carmelo Turco.

All’incontro hanno assistito anche i vertici degli uffici giudiziari e delle forze dell’ordine di Caltanissetta. “Il certificato antimafia – ha affermato Montanteviene chiesto dalle imprese prima dell’aggiudicazione dell’appalto, ma se si verificano dei ritardi, che non sono imputabili alle istituzioni, c’è il rischio che si blocchino le attività economiche perché la certificazione antimafia è un aspetto fondamentale ed in assenza di essa non è possibile lavorare“.


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