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Quell’inutile chiacchiericcio dei media che nasconde il dramma della terra dei fuochi
08 Ott 2013 10:57

Mi chiedo che cosa bisogna fare in questo Paese per guadagnare l’attenzione dei media. Sabato scorso c’erano 50, forse 60 mila, forse ancora di più cittadini in marcia tra Orta di Atella e Caivano, il comune più a sud di Caserta e quello più a nord di Napoli, per reclamare l’attenzione dello Stato, delle istituzioni per un territorio martoriato dagli ecomafiosi.

Un comprensorio dove si muore di tumore, cancro, leucemia e nessuno spiega perchè accade più che altrove. Comuni dove l’acqua è inquinata, la terra è avvelenata (lo dicono scienziati, non politici e giornalisti) e nessuno fa niente per capire l’impatto devastante sulla salute umana. Io non l’ho mai vista tanta gente dire no ai mafiosi in zone così difficili, dove la camorra dei Casalesi ha una presa fortissima, dove lo Stato arranca, fatica a farsi riconoscere.

Mai vista tanta rabbia manifestata in un modo così civile. Eppure apri i giornali, guardi le prime pagine, vedi le tv e pensi che bisogna lottare ancora per trovare spazio sui media e nelle coscienze di chi può e deve fare qualcosa per questa terra. Dico, cavolo, ma che cosa deve fare questa gente per avere attenzione in questo Paese distratto da fesserie come l’agibilità politica (che cos’è?), le decadenze, le crisi di Governo sul nulla, le riforme d’ogni genere di cui io sento parlare da quando ero bambino ma che non le ho mai viste realizzare.

Ogni giorno leggo i giornali, e le prime 10, 15 pagine sono inutile chiacchiericcio politico sulle future sorti e progressive di un Paese in ginocchio, anzi supino.

Ma che devono fare quelle mamme che ieri manifestavano con le foto dei loro bambini morti a 2 o 3 anni di cancro, leucemia? Devono forse mettere le bombe ai tralicci Enel? Attaccare le caserme dei carabinieri? Bloccare le autostrade? Chiedere ai mafiosi che hanno avvelenato le terre di occuparsi anche dell’affare bonifica? Io non vorrei più chiamare Campania Felix la Terra dei Fuochi. Si può fare. E lo si può fare con quella gente che sabato scorso ha marciato assieme a Maurizio Patriciello, un parroco che ha aperto, ha spalancato la sua chiesa alla gente… E non è un caso che in testa a quel corteo c’era questa Chiesa, quella di Patriciello e del vescovo Spiniello, non quella del passato, un pochino disattenta. Dopo la marcia per la vita niente sarà più come prima…


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