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#stessomercatostesseregole: parte da Reggio Emilia la battaglia per competere ad armi pari coi colossi del web
16 Gen 2020 13:45

“Stesso mercato, stesse regole” è il nome dell’appello lanciato dalla Confcommercio di Reggio Emilia.

Simbolico è che questa battaglia per il diritto all’esistenza di tutti gli esercenti e commercianti sia partita proprio dalla Città del tricolore dove Davide Massarini, Presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia Reggio Emilia, ci ha messo letteralmente la faccia con un video pubblicato su Facebook il 10 gennaio.

Guarda il video

«Siamo rimasti molto piacevolmente sorpresi – spiega Davide Massarini- dal fatto che questa iniziativa, partita in modo molto semplice in un giorno nel quale i social sono meno utilizzati, abbia già avuto numeri importanti e dimostrazioni di interesse, non solo a livello locale e non solo da persone che sono direttamente coinvolte, cioè i commercianti, ma anche da tanti concittadini come pure dal mondo della politica di qualsiasi colore».

«Il nostro appello pertanto continua – sottolinea Davide Massarini – invitiamo veramente tutti, a Reggio Emilia in primis ma non solo, compreso il mondo della politica, a continuare a sostenerci con like e condivisioni in questa iniziativa per poter arrivare a numeri che ci consentano di scendere in piazza, individuando allora un luogo e una data».

Questa è una battaglia che Confcommercio Reggio Emilia ha voluto intraprendere a causa dell’estinzione del piccolo commercio che si trova già a fare i conti con centri commerciali aperti ovunque che ha dovuto poi fare i conti con l’arrivo di uno tsunami, quello dell’e-commerce con i marketplace che permettono l’acquisto comodamente a casa e che però non hanno la stessa tassazione, ad esempio, dei negozi di vicinato.

Questa però è una battaglia in cui si deve fare necessariamente rete perché riguarda non solo Reggio Emilia ma tutto il territorio nazionale e che le istituzioni italiane devono sposare portandola direttamente in una Commissione e Parlamento Europeo che non riescono ancora a regolamentare.

L’e-commerce ha una tassazione molto bassa rispetto a quello che i cittadini italiani che si avventurano in un’iniziativa imprenditoriale devono affrontare ogni giorno.

Una battaglia che riguarda tutto il mondo del commercio.

Una battaglia quella delle stesse regole di mercato che non riguarda solo il piccolo commerciante con la sua bottega ma che riguarda tutti i settori come ad esempio quello della musica in cui non viene riconosciuto il diritto dell’autore se non con un centesimo ogni cento ascolti come avviene ad esempio su Spotify.

Quando internet diventa un suicidio sociale.

Un problema gigantesco che con l’accessibilità ad internet per tutti, l’Europa non è stato capace di affrontare qualsiasi livello istituzionale.

Ancor più importante è che proprio la Comunità Europea non riesca a difendere, attraverso la tassazione ai colossi dell’e-commerce, il commercio sul territorio che non ha solamente un obiettivo di lucro ma rappresentava un elemento fondamentale del tessuto sociale di ogni città italiana.

Non ci resta che attendere come “comuni cittadini” l’evoluzione di questa battaglia con la speranza che le istituzioni europee possano ascoltare il grido di dolore dei piccoli commercianti italiani che ogni giorno devono sperare di poter avere abbastanza risorse economiche per pagare una tassazione che mette tutti con le spalle al muro.


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