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Lavoro, 6 imprese su 10 assumono: si cercano operai e ingegneri
03 Feb 2022 09:31

La domanda di lavoro torna a salire in Italia. Secondo il Sole 24 Ore, in base al Bollettino Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, per il trimestre gennaio-marzo 2022, la domanda di lavoro torna ad attestarsi sui livelli pre-covid con l’1,9 % in più di posti di lavoro.

Il bollettino traccia, dunque, un quadro incoraggiante sulle tendenze occupazionali di inizio 2022, con sei imprese su dieci già pronte ad assumere.

I settori trainanti

A trainare la ripresa c’è sicuramente il settore digitale, così come quello green. Basti pensare che il 71% delle imprese ha investito in trasformazione digitale nel 2021 e il 53% in competenze green per un’economia sempre più sostenibile.

Nell’industria appare rilevante l’apporto delle entrate programmate nel settore costruzioni soprattutto sotto la spinta della ripresa legata ai bonus fiscali (15% di assunzioni in più rispetto al 2019). Stessa tendenza per il settore metallurgico, meccanico ed elettrotecnico, che nel 2021 hanno coperto la metà delle entrate del settore manifatturiero.

Il settore tessile-abbigliamento-calzature e nel terziario il settore commercio all’ingrosso, servizi culturali e ricreativi, servizi operativi, trasporti e logistica sono ancora in affanno a causa delle incertezze legate alla ripresa economica.

Gran parte delle assunzioni previste nel 2021 è stata a termine, il 55,9% del totale (+5,3 punti rispetto al 2019), pari a circa 2,6 milioni di ingressi, soprattutto nel settore del turismo e delle costruzioni.

Aumenta il gap tra domanda e offerta di lavoro

Sempre secondo il bollettino Excelsior 2022 le aziende sono alla ricerca di figure tecniche e ad elevata specializzazione, in particolare professionalità tecniche e specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche, tecnici e dirigenti difficilissimi da reperire.

Le aziende preferiscono i laureati in economia, ingegneria elettronica, ingegneria dell’informazione, scienze informatiche, fisiche e matematiche, meccanica, meccatronica ed energia, in chimica-farmaceutica, ma anche i profili tecnici con specifica qualifica ad indirizzo elettrico.

Mancano anche operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici, conduttori di impianti, macchinari fissi e mobili e di mezzi di trasporto, addetti alla riparazione di apparati di telecomunicazione, installatori, falegnami, saldatori e meccanici.

Cala la domanda di personale impiegatizio con una flessione superiore al 10% rispetto allo scorso anno e la richiesta di diplomati e profili con qualifica o diploma professionale con un ribasso del 13% rispetto all’anno precedente.

Il gap tra domanda e offerta di lavoro è balzato al 32,2%, quasi sei punti in più rispetto al 2019, a causa sia della mancanza di professionalità tecniche e ad elevata specializzazione, sia di una formazione non in linea con le nuove esigenze del mondo imprenditoriale.

Secondo il presidente di Unioncamere Andrea Prete “il gap ha diverse ragioni. Per i profili più qualificati c’è indubbiamente una carenza numerica ed è fondamentale per questo lavorare sull’orientamento all’interno dei percorsi scolastici. Per i profili meno qualificati, invece, un tema chiave è quello dell’esperienza, occorre insistere sull’utilità per i giovani di avere, già dalla scuola, un primo contatto con il mondo del lavoro e di sperimentare sul campo le proprie inclinazioni e abilità”.


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