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Se l’olio innova il Sud vince. E vende nel mondo
28 Ott 2014 05:28

Imparare a dare valore alle cose.

Il tour mi ha riportato nella mia città. In quell’oleificio dove fino agli anni novanta si faceva l’olio che si vendeva sfuso.

Poi il presidente della Cooperativa ha cominciato a dire che quel prodotto di straordinaria potenzialità non poteva continuare a essere svenduto.

Di lì la linea di imbottigliamento, le etichette, il brand, il marchio dop.

E oggi quell’olio è esportato nel mondo.

È proprio con Gianni, qui che ho cominciato a capire cosa significasse innovazione di processo e di prodotto.

Qui ho capito come una cosa ordinaria, che faceva parte della nostra cultura, potesse diventare una straordinaria risorsa.

Nel vino l’abbiamo già fatto, per l’olio il percorso è appena cominciato.

Se costruiamo una filiera agroalimentare e ci mettiamo i nostri prodotti di qualità: la cipolla, il cece nero, la cicerchia di Altamura, la cicoria puntarella, il pomodoro, il pesce azzurro, possiamo costruire sviluppo e occupazione.

Vinciamo non facendo tante cose ma facendo poche cose, nel migliore dei modi possibili.

Questo è il futuro della Puglia.


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