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Chiude a #SanLuca la #cooperativa che salva i #giovani dalla #ndrangheta
22 Set 2015 08:05

Il comune di San Luca, in provincia di Reggio Calabria, è alle falde dell’Aspromonte.

Oltre ad aver dato i natali al grande scrittore Corrado Alvaro, è considerato anche sull’enciclopedia Wikipedia, una roccaforte della ‘Ndrangheta Calabrese. Ovvero la più potente organizzazione criminale al mondo.

L’allora vescovo di Locri- Gerace, monsignor Bregantini, fondò vent’anni fa, in tale paese, una cooperativa chiamata Valle del Bonamico. Tale attività aveva lo scopo di sottrarre i giovani di San Luca e anche di Platì, altro paese conosciuto alle cronache per gli stessi motivi, ad un futuro gravido di incertezze e pericoli.

Un’iniziativa coraggiosa in una terra di frontiera, che negli anni è cresciuta sino a consorziarsi con la grande cooperativa Sant’Orsola, in provincia di Trento, che dava sbocco commerciale a quasi tutta la produzione.

La Valle del Bonamico, infatti, si era specializzata nella produzione di formaggio e frutti di bosco.

La cooperativa era stata anche al centro di polemiche per via di due provvedimenti della prefettura,  che avevano ritirato il certificato antimafia. Ma ambedue le volte il Tar aveva annullato il provvedimento.

Mercoledì 16 settembre 2015, la cooperativa ha chiuso dopo un ventennio la sua attività. Un gesto a sorpresa e che ha ripercussioni sul paese calabrese, perché viene meno un importante occasione di riscatto per una terra difficile.

A darne notizia è lo stesso presule e il consiglio di amministrazione della cooperativa, che in una nota spiegano come: “…la decisione sofferta è nata in base ad una valutazione di molteplici fattori. Prima di tutto possiamo dire di aver raggiunto i motivi prefissati…..come quello di aver dato a molti giovani l’occasione di uscire dalla precarietà e di vivere in scelta di vera legalità.” 

La nota parla inoltre della crescita del progetto e di come i soci iniziali sono passati alla Sant’Orsola, in visione di una maturazione. Anche per questi innesti in altre realtà, la cooperativa ha subito un decremento economico che ha pesato sulla scelta di chiusura.

Rimane il fatto che nella zona aspromontana, si apre un grande vuoto e il rimpianto dell’ennesima occasione di lavoro che si perde al Sud.


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