Italia Nostra è favorevole ai tre referendum a tutela dell’ambiente ed esorta le Regioni, chiamate da oggi attraverso i vari consigli regionali a decidere sulla delibera, a sostenerli. Se almeno cinque Regioni, infatti, la delibereranno e depositeranno entro il prossimo 30 settembre, i cittadini potranno esprimersi sul referendum “In difesa dei mari italiani” a primavera 2016, senza il bisogno di raccogliere 500mila firme.
Tre sono in particolare i quesiti referendari che l’associazione, attraverso la sua capillare rete di sedi in tutto il territorio nazionale, sosterrà attraverso azioni sui cittadini e sulle istituzioni: si tratta di due referendum contro le trivellazioni, per fermare i progetti petroliferi in mare, sbloccati dal Governo Monti nel 2012 e dallo Sblocca Italia e per l’eliminazione del carattere strategico dato a questi progetti e del referendum per abrogare la legge 21 dicembre 2001, n.443 “Delega al Governo in materia di infrastrutture e insediamenti produttivi strategici e altri interventi per il rilancio delle attività produttive”, ovvero la cosiddetta Legge Obiettivo.
In mancanza di questo referendum, tutti i procedimenti per i progetti di esplorazione riavviati, circa 40 concentrati in modo particolare fra il canale di Sicilia, l’Adriatico centrale e il mar Jonio, area marina vietata alle attività di ricerca di petrolio fino al luglio 2011, grazie all’art. 35 del Decreto sviluppo e ad alcune norme dello Sblocca Italia, si realizzeranno in tempi molto brevi.
Queste trivellazioni minacciano in modo irreversibile in nostro ecosistema, la maggior parte delle perforazioni, infatti, si svolgono entro le 12 miglia dalla linea di costa, nel Mare Adriatico addirittura 5 miglia.
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