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Incompiute, ma che fine ha fatto la moschea di De Magistris
16 Lug 2013 07:20

Napoli come Milano, De Magistris come Pisapia. Ad unire i due sindaci, oltre al fatto di essere entrambi degli outsider rispetto ai candidati ufficiali, c’erano state anche alcune promesse comuni. Come ad esempio, quello della realizzazione di una grande moschea.

Il primo a lanciare l’idea era stato, per la verità, Pisapia, ma l’ex pm diventato ormai un politico a tutti gli effetti, l’ha subito rimessa in pista anche per Napoli. Suscitando qualche apprezzamento (importante quello di Crescenzio Sepe, il cardinale) ma anche non poche polemiche. Una fra tutte: rispetto alle tante emergenze della città non sarebbe stato meglio affrontare altri temi, dalla raccolta differenziata al futuro di Bagnoli?

Ma De Magistris non ne ha voluto sapere ed è andato avanti per la sua strada. Tutto comincia due anni fa, nel 2011, con una lettera spedita alla comunità musulmana di Napoli nel giorno del ringranziamento. Poche righe con un annuncio formale: “Ho investito l’assessore Tuccillo affinché individui il luogo dove far nascere un punto di culto per la religione islamica considerando che a Napoli esiste un’ampia comunità con la quale intendiamo ampliare la collaborazione”- La decisione, aggiungeva il sindaco, sarà presa entro la fine dell’anno. Ma il tempo, quando si tratta di opere pubbliche, è davvero una variabile poco significativa.

E così la scadenza del 31 dicembre passa senza nessuna novità di rilievo. E così i mesi successivi. FIno a quando, a fine 2012, sempre in occasione della festa del sacrificio, arriva la svolta. Sempre con una missiva inviata ai Mussulmani: “L’amministrazione riconosce loro il disagio patito in questi anni e lavora per dare alla comunità islamica un luogo non solo idoneo ma anche gratificante per l`esercizio del culto, come è doveroso in una città democratica che riconosce questo diritto a tutti i suoi abitanti”. La novità, rispetto alla lettera dell’anno precedente, è che a sorpresa De Magistris individua anche l’area dove sorgerà la Moschea, quella del Mercato Ittico, completato nel 1935 da Luigi Cosenza, che sorge in Piazza Duca degli Abruzzi.

La scelta è dettata da diverse motivazioni. Prima di tutto è un’area dove da sempre vivono numerosi cittadini musulmani. Ma è anche un modo per risanare l’intera area e per valorizzare un edificio di importanza storica e architettonica. Tutto a posto, allora? Macchè. Passa pochi mesi e tutto torna in alto mare. Il 18 gennaio di quest’anno, il Consiglio comunale della città blocca il trasferimento del Mercato Ittico da piazza Duca degli Abruzzi e dall’edificio storico realizzato da Cosenza, l’area che il sindaco De Magistris aveva ipotizzato come sede di un nuovo e grande luogo di culto per gli islamici.

Per la verità, il Mercato ittico è salvo “a metà”: nella sede storica proseguirà la vendita del pescato fresco, mentre le attività legate ai surgelati saranno comunque trasferite al Centro Agroalimentare di Volla, in modo da valorizzare anche quella struttura.

De Magistris incassa e valuta positivamente la decisione. Dimenticando la promessa fatta ai musulmani sulla nuova Moschea. L’appuntamento è rinviato, a questo punto, a fine ottobre, per la consueta festa del sacrificio. Qualche mese fa il sindaco era atteso nell’attuale Moschea d Piazza Mercato. Ma non è fatto vedere. Nel frattempo il progetto resta sospeso. Per ora la non ci sarà la cupola con la Mezzaluna all’ombra del Vesuvio. La città e il suo culto è tutto per San Gennaro. La Moschea, per ora, non è solo una grande incompiuta: è una promessa non mantenuta.


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