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Questa è la crisi peggiore del Mezzogiorno. Bisogna agire subito (dati)
06 Mar 2015 08:30

Le condizioni e le prospettive del Mezzogiorno contemporaneo sono preoccupanti; con tutta probabilità, siamo nel momento peggiore dell’intero secondo dopoguerra: quindi degli ultimi settanta anni.

Questa affermazione non nasce da una volontà di indulgere verso il pessimismo, o da una forzatura in senso negativo dell’interpretazione della realtà.

Purtroppo, appare come la razionale  sintesi dell’analisi che verrà presentata  nelle pagine che seguono.

Naturalmente, singoli elementi del quadro  possono essere male interpretati, o nascondere  al loro  interno  aspetti  più positivi: questo testo è senz’altro un contributo alla discussione, aperto a critiche e revisioni.

Ancora,  la storia ci ha insegnato che proprio in momenti difficili si può tendere a sottovalutare gli elementi più positivi: con uno sguardo restrospettivo appare chiaro come, a volte, fenomeni di ripresa del Mezzogiorno (come dell’intero Paese) siano scaturiti da fattori difficilmente comprensibili nell’immediata contemporaneità.

Il pensiero va ai primi anni novanta: era davvero difficile prevedere in quegli anni fenomeni quali l’avvento dei «nuovi sindaci» nelle città del Mezzogiorno e la forte ripresa di partecipazione civica e di progettualità politica; ovvero il forte sviluppo  di tutte  le produzioni leggere del Mezzogiorno destinate ai mercati internazionali.

C’è da augurarsi che anche la realtà odierna nasconda al suo interno fenomeni  ancora poco visibili, eppure forieri di positive trasformazioni. Con tutte queste cautele in mente, tuttavia, un’analisi della realtà contemporanea mostra diffuse sofferenze; fa scaturire evidenti  preoccupazioni.

In  particolare, molte delle dinamiche negative possono tendere a proseguire.

Il messaggio di fondo  di questo  scritto  è semplice: siamo a un tornante storico molto rilevante; senza una vigorosa azione politica di contrasto alle tendenze  che sono in atto, le prospettive del Mezzogiorno saranno grame.

Non  si tratta di mitigare gli effetti della crisi, ma di ricostruire un futuro possibile.

Le condizioni dell’economia  meridionale  – nell’ambito  del più generale quadro  dell’economia  italiana – sono  piuttosto ben note. Tanto  da consigliare di non offrire una lunga litania di dati, tutti di segno negativo: sulla produzione, sull’occupazione,  sui redditi, sui consumi.

Proviamo invece a riassumere alcuni aspetti di fondo della situazione.

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