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“Resto al Sud” di Invitalia si aggiorna, ampliando i contributi (anche nel 2021)
21 Mar 2020 13:21

Fin dalle prime battute, nel lontano 2017, ci siamo occupati delle tappe evolutive della misura “Resto Al Sud” varata dall’allora Governo Gentiloni per il sostegno alla creazione d’impresa da parte dei giovani nel Mezzogiorno. Una misura ambiziosa e che cominciava a far intravedere un nuovo passo delle politiche economiche nazionali in direzione del sostegno dei giovani talenti, in particolare tramite il supporto economico delle nuove attività imprenditoriali per il tramite del braccio operativo Invitalia.

Come ci ricorda Federico Laterza, editorialista esperto di computer e nuove tecnologie  dell’informazione all’interno della redazione di Reviewbox.it, la creazione di startup è diventato un vero e proprio fenomeno culturale anche in Italia. Il termine “startup”, che come ci tiene a precisare Federico Laterza differisce totalmente dal termine “start-up” (con il corrispondente in italiano di “avviamento”), identifica un’impresa ad elevato tasso di innovazione nelle prime fasi di vita; si tratta di un fenomeno economico già da tempo consolidato negli Stati Uniti, che la crisi del 2008 ha favorito come modello anche nel nostro Paese.

Alla luce delle promettenti risultati del settore e della crescente necessità di finanziamenti per le tante eccellenze professionali italiane, di recente Invitalia ha presentato le novità di “Resto Al Sudan”. Le novità sono fondamentalmente  tre, e cioè  l’ampliamento della platea dei destinatari, l’aumento del plafond e l’estensione al Centro Italia.

Tra le novità normative c’è l’estensione al settore delle attività libero professionali, svolte sia in forma individuale come liberi professionisti che in forma collettiva (attraverso la costituzione di società  tra professionisti). Può presentare domanda chi nei 12 mesi precedenti risulti o non titolare di alcuna partita iva oppure titolare di una partita iva non movimentata oppure riferita ad un codice ATECO. 

Il legislatore ha anche esteso il limite di età, passando da 36 anni non compiuti fino al nuovo limite dei 46 non compiuti. Questo con l’obiettivo di ampliare la platea dei beneficiari, che prima era concentrata verso i giovani aspiranti imprenditori startuppers o nei giovani liberi professionisti.

La misura “Resto Al Sud” è stata individuata come ideale per evitare lo spopolamento dei 116 comuni che hanno subito i danni del terremoto di Amatrice. Per quello che concerne tutti quei comuni, è possibile presentare domanda per chiunque voglia localizzare la propria attività e trasferirvi la residenza. La normativa è indirizzata verso in 24 comuni nei quali più del 50% degli edifici sono stati dichiarati inagibili e per essi è stato eliminato il requisito di età, quindi non c’è limite di età per presentare la domanda ai sensi del quadro di regole del programma denominato “Resto qui”; gli interventi di sostegno sono rivolti a tutti i settori, comprese le attività libero professionali, con la sola esclusione delle attività di commercio e dell’attività legate all’agricoltura (fatto salvo quelle attività di trasformazione di prodotti agricoli che, comunque, sono sempre state ammissibili).

Volendo schematizzare possono presentare domanda le seguenti categorie

  • gli under 46: tutti coloro che non avevano ancora compiuto 46 anni alla data del primo gennaio 2019;
  • chiunque si stabilisca nei 24 comuni terremotati: per loro non ci sono limiti di età;

È possibile presentare domanda fino al 31 dicembre 2020.

Novità 2021

La platea dei beneficiari della misura Resto al Sud sarebbe stata ampliata anche a chi ha tra i 45 e i 55 anni. Questo uno degli emendamenti presentati alla legge di Bilancio 2021 su cui si starebbe concentrando l’attenzione di Governo e maggioranza. Questo, si apprende, uno degli emendamenti, definito non oneroso, che potrebbe dunque essere approvato in V commissione a Montecitorio e su cui sarebbero in corso approfondimenti da parte dell’Esecutivo.

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