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Matera, addio binario morto: la ferrovia dimenticata riparte con le risorse del Pnrr
24 Giu 2021 07:15

  • Matera è l’unico capoluogo di provincia italiano a non essere collegato alla ferrovia
  • La “nuova rete” venne progettata nel 1988, ma i lavori non sono stati mai completati
  • Il governo ha commissariato l’opera. E’ stata affidata a Vera Fiorani, Ad di RFI

Matera è l’unico capoluogo di provincia in Italia a non essere servito dalla rete ferroviaria italiana. La particolare orografia di quella meravigliosa città non ha nulla a che vedere con un disservizio che racconta di sprechi, abbandoni e follie burocratiche. Con le risorse del Recovery Plan, finalmente, questa ingiustizia verrà sanata. Il progetto della linea ferroviaria Ferrandina – Matera La Martella è stato inserito tra le opere strategiche dal governo nazionale e, conseguentemente, è stato soggetto al commissariamento. A prendersi cura di quella rete sarà Vera Fiorani, Amministratore delegato e Direttore generale di Rete ferroviaria Italiana.

Simbolo di incompite della Basilicata

Simbolo delle incompiute in Basilicata, il progetto di collegamento con Matera verrà realizzato con un investimento complessivo di 365 milioni di euro. Una parte di queste risorse, circa 50 milioni, derivano dal Piano nazionale di riprese e resilienza. La tratta dovrebbe essere ultimata e consegnata entro il 2026.

La tratta del periodo fascista

Questa storia ha un prologo. Nel periodo fascista, Matera venne collegata, seppure con binari a scartamento ridotto, alla stazione di Ferrandina. La rete era operata da una società privata, la Mediterranea Calabro Lucane. Grazie a quel collegamento, Matera era collegata con Ferrandina e da lì, si poteva cambiare tratta con le linee delle Ferrovie dello Stato. Un percorso accidentato e faticoso per i viaggiatori, costretti a cambiare più volte treno, ma che comunque collegava in qualche modo Matera alle linee in direzione di Napoli e Taranto. Quell’unico collegamento ferroviario tra Matera e la rete ferroviaria italiana non  venne mai adeguato. All’inizio degli anni settanta la linea venne soppressa  per  l’eccessivo degrado degli impianti e dei rotabili utilizzati.

Il progetto “moderno”

Il seguito di questa storia è surreale. I lavori per collegare Matera alla rete nazionale iniziano nel 1982. Si punta a per realizzare una traccia di 29,25 chilometri. Il primo stop arriva nel 1988. Le opere verranno riprese a singhiozzo, per bloccarsi definitivamente venti anni fa. Anche la Corte dei Conti ha aperto un fascicolo per capire cosa si nascondesse dietro quei 500 miliardi di vecchie lire spese per un’opera incompiuta e destinata, inevitabilmente al degrado perché non utilizzata. Eppure, oggi,  la sede ferroviaria è stata interamente costruita, così come le opere civili ed i fabbricati di stazione. Ma sono del tutto assenti le opere di palificazione e l’armamento. La stato attuale della linea è quasi identico a quello della conclusione dei lavori, salvo il naturale degrado determinato dagli agenti atmosferici. Ora si punta a rilanciare quelle linea ferrata, uno strumento fondamentale per sostenere il turismo e l’economia della Basilicata e di Matera. Il prossimo passo sarà la pubblicazione, entro questa estate, di un bando di gara per i lavori, con un importo di circa 230 milioni di euro.


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