';

Pietra lavica e nanotecnologie per purificare l’aria, l’idea siciliana
11 Apr 2021 08:57

  • La pietra lavica dell’Etna si trasforma in un “purificatore d’aria” grazie alle nanotecnologie
  • Orolavico ha deciso di fidarsi delle maestranze del territorio ragusano, “il terzo distretto lapideo d’Italia”
  • I nuovi prodotti potrebbero anche essere “anti-covid”

Anche la pietra lavica può diventare una novità. Un prodotto a lungo utilizzato nei modi più disparati, dall’arredo urbano alla cucina, adesso può anche purificare l’aria grazie alle nanotecnologie. È l’innovazione di Orolavico, un’azienda di San Giovanni La Punta (Catania) che promette di poter trasformare la pietra dell’Etna in una forma di arredamento “amico della natura”.

La pietra lavica: un materiale vecchio come il mondo

Chi è nato e cresciuto nel catanese sa che l’Etna è onnipresente nella vita della Sicilia orientale, e non solo per le eruzioni come quelle che hanno più recentemente dato spettacolo. Come spiega il CEO dell’azienda, Giuseppe Mondera, “Già quando ero piccolo le scampagnate si facevano cuocendo la carne (da noi a Catania quella di cavallo) o sulla pietra lavica o sui coppi di terracotta”.

La pietra vulcanica è stata fin da sempre oggetto di lavorazione artigianale, dai più semplici souvenir fino ad arrivare a veri e propri mobili per interni ed esterni. Tradizionalmente richiede due giorni di cottura nelle cosiddette muffole, dei forni elettrici. La fabbrica di Orolavico ha invece un forno a rullo che raggiunge più di 1200°C.

Sei brevetti per Orolavico, in attesa delle certificazioni

Orolavico conta tre dipendenti fissi, con alla gestione la famiglia Mondera e Giancarlo Rosano come direttore di produzione. È nata nel 2015 e inizialmente si è concentrata sull’edilizia e l’arredamento in pietra, affidando la sua produzione a terzi. Poi la svolta, dopo aver rilevato una fabbrica a Chiaramonte Gulfi. “Tra Comiso e Chiaramonte si è creato il terzo distretto lapideo d’Italia – spiega Mondera – Ci sono molte maestranze che non lavorano solo marmi ma anche la pietra lavica, la pietra pece, la roccia asfaltica, le pietre calcaree che si trovano nel ragusano”.

Ma l’azienda vuole andare oltre le “ricette tradizionali”. Così ha iniziato una collaborazione con Colorobbia, un gruppo di aziende internazionali con sede a Firenze che ha affidato sei brevetti ad Orolavico. L’obiettivo: testare delle lavorazioni nanotecnologiche sulla pietra lavica. I primi test di laboratorio sono stati un successo, ma ancora mancano le certificazioni. Per ottenerle bisognerà aspettare che le disposizioni nazionali permettano gli spostamenti.

Il futuro della pietra lavica: dalla pulizia dell’aria alla protezione dai virus

I nuovi prodotti sarebbero capaci di purificare l’aria di una stanza fino al 98% nel giro di qualche ora, sarebbero antibatterici, dotati di colorazioni atossiche e pulibili senza uso di detergenti. “Alcune lavorazioni sono state testate anche con il virus Sars-Cov-1, quello del 2011 – continua l’amministratore delegato – Ma ancora non abbiamo potuto sperimentare se la materia sia in grado di debellare anche il ceppo del 2019”.

In attesa delle certificazioni, l’azienda ha voluto comunque ripresentarsi sul mercato con qualcosa di nuovo. Da qui una linea di sottopiatti di design, la “Odyssey Collection”. “Abbiamo voluto rappresentare la nostra idea di una nuova interazione tra uomo e natura, prendendo come ispirazione la filosofia di Kubrik – racconta Mondera – Così l’architetto Andrea Branciforti, oggi nostro art director, ha presentato una serie di decorazioni ispirate al film ‘2001: Odissea nello spazio’”.

Se negli scorsi anni l’azienda ha operato anche in Sicilia, l’arrivo dei prodotti nanotecnologici la proietterà verso mercati esteri. “Crediamo che alcune persone in Italia sfrutteranno il bonus 110% per l’edilizia, ma già c’è in interesse in Svizzera e Olanda, forse anche in Francia”. Manca solo il risultato finale, che l’azienda spera di lanciare a fine estate. “Magari così potremmo passare da tre dipendenti fissi a qualcuno in più, perché finora buona parte degli artigiani lavora a giornata”.


Dalla stessa categoria

Lascia un commento