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Così è rinata l’#Università di #Foggia
07 Set 2015 07:54

Dalla chiusura al successo.

L’Università degli Studi di Foggia cammina a testa alta con la ricerca alimentare.

Nel 2014 l’ateneo pugliese – come riporta la Repubblica in un recente articolo riassuntivo del percorso universitario foggiano –  è stato il quinto fra tutte le università nella crescita dei fondi di finanziamento ordinario (Ffo), quelli erogati dal ministero: 37 milioni e 840 mila euro ricevute con un avanzamento rispetto all’anno precedente del 7,55%. Ancora nel 2013 Foggia era al terzo posto per costi del personale: superava di sei punti il tetto dell’80 per cento fissato dal ministero dell’Istruzione. E quarta per indebitamento. Era stata, nella classifica tagliola sui costi degli assunti, fuori anche di nove punti. L’allora rettore Volpe parlò di una strategia “lucida e diabolica” messa in atto dal governo: “Vogliono chiudere le nostre università”. Spiegò: “Il perverso meccanismo introdotto dalla legge Gelmini e dal ministro Profumo con un decreto che considera il rapporto tra le spese di personale e le entrate ci ha tagliato finanziamenti statali per oltre 5 milioni negli ultimi quattro anni, un milione e mezzo nell’ultimo”. I rettori del Sud provarono a unirsi contro la manovra, ma durò poco. Non c’era lucida strategia, tuttavia.

C’era soprattutto un’università che funzionava male.

“Foggia ha assunto al di là delle proprie disponibilità”, scriveva allora il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini su ispirazione di Marco Mancini, capo dipartimento università del Miur. Nell’ottobre 2013 l’ateneo aveva il segno negativo sul conteggio punti organico: -3,38 ed era solo 22° nella quota di finanziamento premiale della ricerca. Chiudeva, però, i bilanci annuali in pareggio: “Da noi non ci sono sprechi”, ancora l’allora rettore Volpe, che, va riconosciuto, alcune pietre portanti per evitare il crack le ha sistemate.

Il neorettore professor Ricci ha continuato a diminuire i costi e ha puntato su temi precisi, tra cui quello di maggior successo è stata la ricerca alimentare. Oggi, in un panorama sempre desolante, se possibile peggiorato delle università meridionali italiane, nessuno parla più di chiudere l’Università di Foggia.

Dal prossimo autunno, al Dipartimento di Scienze Agrarie di via Napoli a Foggia, partirà il nuovo corso di laurea accreditato dal Ministero in Scienze Gastronomiche.

“Una sfida davvero molto affascinante – ufficializza il Rettore Maurizio Ricci siamo il primo corso di laurea di Scienze gastronomiche al di sotto della Capitale e al di sopra della Sicilia: dobbiamo essere in grado di portare con orgoglio questa specificità geografica e didattica, lo abbiamo voluto e difeso fortemente, al tempo stesso abbiamo reso l’Offerta formativa dell’Università di Foggia un po’ più moderna e in linea coi tempi”.


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