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Ecco gli artisti che combattono lo spopolamento del Molise
04 Mag 2014 09:22

Quasi sessanta anni fa nasceva in Inghilterra la cosiddetta “Pop-Art” basata essenzialmente sui simboli, sui rigurgiti della industrializzazione di massa e sulla pubblicità commerciale. Pure per questo la “Pop-Art”  ha avuto maggiore successo negli Stati Uniti, Paese industrializzato per eccellenza, per poi avere seguaci nel resto del mondo anche nella musica pop e pop-rock. Adesso, sembra quindi conseguenziale e naturale che (in una cittadina come Agnone del Molise, impoverita pesantemente dall’emigrazione e dallo spopolamento) sia appena nata ufficialmente la “Spop-Art” proprio come “contraltare” alle società industrializzate che hanno risucchiato nel loro vortice i nostri paesi spopolandoli. “Spop-Art” perciò come esempio dei territori spopolati a causa della fuga delle popolazioni verso i poli d’attrazione industriale e lavorativa. Una controrivoluzione culturale!

Infatti, su iniziativa del Movimento contro lo spopolamento per il riequilibrio territoriale (costituitosi settimane fa a seguito dell’appello “Agnone paese in vendita per non morire”) ha preso inizio la “Spop-Art” ovvero l’arte dei e per i paesi spopolati e in via di estinzione.

Domenico Lanciano, fondatore del Movimento, ci informa: “La Spop-Art è nata come idea sabato santo 19 aprile quando, durante una cena tra amici, ho chiesto ad alcuni di loro di impegnarsi a rappresentare lo spopolamento nelle rispettive arti. Si sono detti immediatamente interessati un regista teatrale e un autore musicale. Ci stanno già lavorando su. Ma penso che bisogna andare indietro nel tempo“.

In effetti il promotore di tale “Spop-Art” si dice fiducioso della diffusione del nuovo indirizzo artistico-culturale poiché la “Spop-art” è già in atto da tanto tempo senza essere catalogata come tale. Ad esempio, può essere considerato antesignano della “Spop-Art” il maestro Nicola Caporale (1906-1994) che ha dedicato tutta la sua arte letteraria (romanzi, novelle e poesie in numero di 28 libri) nonché l’intera produzione pittorica (stimabile in oltre 300 quadri) a illustrare e descrivere esclusivamente il borgo di Badolato di Calabria in rapido spopolamento, principalmente a causa dell’emigrazione ma anche a motivo di nuovi stili di vita soggetti al consumismo. Su Badolato la “Spop-Art” ha visto all’opera persino grandi registi come Wim Wenders con il film “Il volo”, interessanti gruppi teatrali come quelli di Roberto Giglio, la scrittrice Francesca Viscone con “Le porte del silenzio” (febbraio 2000) cioè le porte delle case svuotate dallo spopolamento, e persino il significativo “Calendario 2002” dei giovani badolatesi in difesa del loro borgo troppo sofferente.

Negli ultimi decenni,  inconsapevole “Spop-Art” è presente nel pittore Pasquale Verdone che già in una sua mostra di due decenni fa mostrava una Agnone desertificata, senza abitanti. La stessa cosa si può dire del compianto pittore Nicola Padula (1939-2005) attivo in Isernia per parecchi decenni. Probabilmente si sentirà artista da “Spop-Art” pure il pluripremiato scrittore e regista Franco Mario Arminio (Bisaccia di Avellino 19 febbraio 1960) che si autodefinisce “paesologo” (conoscitore di paesi, difensore di paesi) animatore del blog “Comunità provvisorie“. Egualmente il napoletano Antonio Mocciòla che di recente, nel contesto del suo giro di presentazioni in Italia,  ha ragionato al Caffè Letterario di Agnone sui paesi abbandonati illustrati nel suo libro “Le vie nascoste”.

Insomma, a ben vedere,  la “Spop-Art” è assai più ricca e operante tra di noi molto più di quanto non si creda, specialmente come descrizione e testimonianza dei e per paesi spopolati, paesi che bisogna comunque rivitalizzare al massimo possibile con tutti i mezzi.  Adesso si tratterà di redigere il “Manifesto della Spop-Art” che sia da base metodologica e orientativa per l’ispirazione degli artisti e porti alla catalogazione delle opere fin qui prodotte da quando il fenomeno dell’emigrazione ha svuotato paesi e interi territori come il meridione italiano e altri Sud del mondo. Si tratterà, altresì, di costituire una rete di relazioni tra coloro che si riconoscono in tale tendenza espressiva e rivendicativa, indicare una sede che potrebbe essere la stessa Agnone e lavorare al primo “Festival della Spop-Art“. Insomma c’è ancora parecchio da fare, ma d’altra parte “Movimento” significa proprio essere continuamente “work in progress” cioè con i lavori sempre in corso. (Domenico Lanciano – Università delle Generazioni)


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