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Il centro di riciclaggio creativo di Napoli
12 Mar 2015 06:35

Durante l’evento WEST4 organizzato da Vincenzo Moretti per mettere al centro le periferie e in particolare quella di San Giovanni a Teduccio e di Barra abbiamo intervistato Anna Marrone e Paola Manfredi dell’associazione di promozione sociale Atelier Remida Campania.

REMIDA Napoli nasce nel 1999 in convenzione con il comune di Reggio Emilia e Reggio Children, ed è un progetto culturale portatore di un messaggio ecologico, etico, estetico, educativo ed economico che si fa promotore della cultura del riuso creativo dei materiali di recupero.

Nel Centro si raccolgono, si espongono e si offrono – per progetti culturali e didattici – prodotti imperfetti, materiali alternativi e di recupero, ricavati dalle rimanenze e dagli avanzi della produzione industriale, per reinventarne l’uso e il significato. REMIDA invita a indagare e sperimentare la materia di scarto per darle nuova vita, nuovo valore, nuove letture: contrappone alla cultura usa e getta la cultura dell’usa e riusa.

Il Centro propone e promuove l’idea di un “world in progress”, un mondo in cambiamento centrato sul dialogo tra cultura della sostenibilità e creatività. Il concetto di sostenibilità rappresenta contemporaneamente un’idea, un modo di produrre, un’opportunità che possiamo cogliere per ripensare, rivedere e progettare le azioni che danno forma al futuro.

REMIDA è un’occasione per tradurre in azioni concrete il senso di responsabilità sociale e ambientale. Mette in evidenza il “resto”, un mondo di elementi e di tracce che, usciti da una attività produttiva, non hanno più valore e a REMIDA possono tornare in vita sotto altre forme, assumendo nuove e diversificate identità.

Pone in attenzione la ricerca di grammatiche sensoriali anche in relazione ai materiali di nuova generazione e apre curiosità sulla filiera dell’intero processo produttivo e distributivo sollecitando un impegno verso una progettazione di materiali/oggetti che già prevedano il loro riuso e riciclo.

REMIDA non è un semplice luogo annesso ai servizi già esistenti nel territorio, ma si connota come un servizio vero e proprio, un reale valore aggiunto, una risorsa importante di riqualificazione ed arricchimento delle proposte educativo-ludico-didattiche offerte alla cittadinanza.

I materiali raccolti e proposti non provengono da discariche e nemmeno da cassonetti, ma sono “roba nuova”, i cascami e gli errori di produzione, gli scarti e le giacenze di magazzino non più commercializzabili, pertanto il loro reperimento rappresenta un settore fondamentale di sviluppo del progetto, sia concretamente, per il materiale come risorsa, sia idealmente per la relazione che istituisce con il mondo produttivo grazie alla quale ha senso parlare di rifiuto come fonte di ricerca e conoscenza.


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