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Il nuovo presidente della Corte Costituzionale è un uomo del Sud
31 Lug 2014 08:34

Nato Napoli il 15 novembre 1942, sposato, tre figli, Tesauro, eletto presidente della Corte Costituzionale, è considerato uno dei massimi esperti italiani di diritto comunitario.

Si è laureato in Giurisprudenza a Napoli nel 1964. E’ stato docente di Organizzazione internazionale nella Facoltà di Scienze politiche di Catania dal 1969 al 1972, ordinario di Diritto internazionale a Messina dal 1972 al 1975, poi all’Università di Napoli fino al 1981 e dal 1982 al 1994 alla Sapienza di Roma. Ha diretto la Scuola di specializzazione in Diritto delle Comunità europee dell’Università di Roma dal 1984 al 1988. Avvocato cassazionista, ha esercitato la sua attività presso lo studio legale Carnelutti, uno dei più noti di Roma. E’ stato membro del Consiglio del Contenzioso Diplomatico della Farnesina e Avvocato generale della Corte di Giustizia delle Comunità Europee dal 1988 al 1998. Il 16 dicembre 1997 fu scelto dai presidenti di Camera e Senato, Luciano Violante e Nicola Mancino, come Presidente dell’Antitrust, carica che ha ricoperto dal 1998 al 2005: la lotta ai cartelli assicurativi e alle industrie del tabacco sono stati alcune dei settori in cui ha agito in quella veste e sotto la sua presidenza l’Antitrust comminò anche una mega multa a Telecom.

Il 4 novembre 2005 è stato nominato alla Corte costituzionale dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Ha giurato il 9 novembre 2005. Resterà in carica come presidente della Corte Costituzionale fino al prossimo novembre. “Non mi sento un presidente dimezzato: ho sempre pensato pensato di essere un operaio del diritto. Rispetto e ringrazio chi mi ha votato e anche chi non mi ha votato“. Così il neo presidente ha risposto interpellato dai giornalisti poco dopo l’elezione sul fatto che la Corte si è spaccata (7 a 6) nella votazione e anche sulla breve durata della sua presidenza, che scadrà a novembre, quando termineranno i 9 anni da giudice costituzionale. “Sono neutro rispetto al problema della brevità dei mandati del presidente della Corte, il presidente è un mero coordinatore“, ha detto Tesauro. Quanto al tema dei costi, “una presidenza breve non costa allo Stato una lira in più rispetto a una lunga. Anzi quella lunga – ha puntualizzato Tesauro – comporta una pensione maggiore“, che non si matura nel caso opposto, in cui spetta “la pensione da giudice. Poi c’è chi vuole credere che abbiamo 4 segretarie e 5 auto di servizio, ma non è così e lo abbiamo più volte smentito“.


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