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La violinista disoccupata che ha commosso Muti
19 Lug 2014 07:29

Un’intera vita dedicata alla musica e a una grande passione, quella per il suo amato violino, interrotti da uno stupido vincolo:  “L’aver raggiunto il limite d’età”.  E’ questa la storia di Roberta Mazzotta, musicista salentina che a soli 31 anni rischia di vedere il suo sogno “andare in frantumi”.

A raccontarlo è il grande maestro Riccardo Muti.

Una vita di sacrifici quella di Roberta e un talento naturale l’hanno portata, dopo una dura selezione, a entrare a far parte dell’orchestra Cherubini, diretta dallo stesso maestro.

Ma per lei, così come pure per altri componenti dell’orchestra, è sempre più reale il rischio di “ritrovarsi senza occupazione”.

Il nostro è un Paese in cui si fa sempre più fatica a considerare preziose l’arte e la cultura”, riferisce Muti­ sottolineando “lo scarso interesse del mondo politico per il mondo della cultura” e ponendo l’accento sul fatto che molti di questi ragazzi saranno costretti “a doversi arrangiare facendo altre attività come il bagnino o il cameriere”, mentre in Italia da Oltreoceano arriva un’orchestra giovanile straniera.

La Stessa Roberta, durante le prove al Teatro “Caio Melisso” del concerto per un amico, dedicato a Candido Speroni (scomparso quest’anno), aveva confidato che forse il Concerto per pianoforte e orchestra in do minore n. 3 di Ludwig van Beethoven, solista David Fray (giovane genero di Muti), e la Sinfonia in do minore n. 4, detta Tragica, di Franz Schubert, sarebbe stato il suo addio alla musica, l’ultimo concerto della sua vita.

Una storia che rattrista, che ha commosso anche Muti e che costringe giovani talentuosi a mettere da parte sogni e speranze.


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