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Una carovana di speranza in viaggio da #Palermo a #Napoli
05 Giu 2015 06:54

C’è caldo di pomeriggio a giugno, al Polo Educativo Villa Fazio, Librino in questo angolo di terra immerso nel sole.

A metà strada tra il fuoco dell’Etna e l’indaco dello Jonio.

C’è caldo ma rabbrividisco al pensiero che i ragazzi che ho di fronte dovranno lottare con le unghie e con i denti per guadagnarsi una possibilità.

Mi riconosco nei loro sguardi incerti, nella loro sete di futuro e opportunità.

Sono qui per raccontarci il loro viaggio a bordo della carovana “Crescere al Sud”, iniziativa organizzata con il patrocinio di Fondazione per il Sud e Save the Children con lo scopo di intraprendere un viaggio attraverso il Mezzogiorno per raccontare l’isolamento, la povertà, la dispersione scolastica dei quartieri più dimenticati del sud. Viaggio che vuole anche essere un’opportunità di riscatto, un modo per far sentire la propria voce e testimoniare che nessuno di noi vuole abbassare le vette per accontentarsi di vivere nella palude ed adattarsi al compromesso.

Una carovana di speranza che è partita il 22 Maggio da Palermo, è giunta a Catania, nel quartiere di Librino, dove è stata ricordata la strage di Capaci ed è stato piantato un albero in memoria di Falcone. Le altre tappe hanno riguardato Cosenza, Taranto, Bari e Napoli per arrivare a Roma il 28 Maggio.

I ragazzi hanno incontrato le Istituzioni per portare la loro esperienza di isolamento territoriale dovuto anche alla carenza dei servizi di collegamento che si traduce in un isolamento sociale e culturale.

Sono 60 ragazzi tra i 16 e i 21 anni, provenienti da 4 regioni del sud che gridano a gran voce il loro bisogno di crescere in contesti in grado di promuovere la legalità, la cultura e che diano possibilità di scegliere. Scegliere di rimanere nella terra in cui si è nati, nonostante tutto.

Perché è così che ti frega la vita. Ti piglia quando hai ancora l’anima addormentata e ti semina dentro un immagine, o un odore, o un suono che poi non te lo togli più. È quella lì era la felicità”.

E quella lì era Casa.


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