Le cessazioni nel corso del 2020 sono state in complesso 5.688.000. La diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-20%) è stata particolarmente accentuata per i contratti a tempo indeterminato e di apprendistato nel periodo marzo-dicembre 2020 (pari rispettivamente a -29% e -31%).
Il saldo annualizzato, in progressiva flessione già nel corso della seconda metà del 2019, è divenuto negativo a febbraio (-27.000) ed è peggiorato a causa della caduta dell’attività produttiva conseguente all’emergenza sanitaria a marzo (-283.000) e ancor di più ad aprile (-623.000). La dinamica negativa è proseguita, seppur con un ritmo in progressivo rallentamento, raggiungendo il valore massimo a giugno (-812.000). A luglio si è avviata un’inversione di tendenza (- 758.000) proseguita lentamente fino a fine anno. Il risultato finale, a dicembre, attesta una perdita di posti di lavoro rispetto al medesimo momento dell’anno precedente pari a 660.000 unità, esito di un risultato positivo per i rapporti a tempo indeterminato (+259.000, dato di nuovo in crescita a dicembre per effetto del consistente volume di trasformazioni) e di un risultato nettamente negativo (-919.000, dato di nuovo in peggioramento a dicembre) per l’insieme delle restanti tipologie contrattuali
(ITALPRESS).