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Falso invalido? Otto milioni!
03 Nov 2015 09:00

“Professore, allora, che devo fare?”

“Tu presentati verso le otto, secondo piano ultima stanza a destra. Li c’è la commissione. Ti farà le domande un uomo alto con i baffi. Tu rispondi come ti ho insegnato.”

“Quindi…..ci siamo!”

“Si, ci siamo.”

“Ma è possibile che nessuno se ne accorge che il piede sta bene?”

“Non sei il primo, non sarai l’ultimo.”

“Infatti, io ho molti casi in famiglia ben riusciti. Ho tre cugini che prendono la pensione. Uno da dieci anni e non gli è mai successo niente.”

“Te l’ho detto! Sei in buone mani. Noi siamo gente seria. Non abbiamo mai preso in giro nessuno! Grazie a noi sai quante famiglie campano?”

“E’ vero. Per questo sono venuto da voi. Di proposte ne avevo tre. Ma non mi sono fidato. Uno mi ha promesso duemilioni al mese.”

“Ma chi ti da’ due milioni al mese?” Nemmeno da cieco prenderesti tanto. Noi abbiamo chiesto l’invalidità per il piede per un incidente sul lavoro. Cosa più semplice e accettabile.”

“Ma quanto posso avere?”

“Ottocentomilalire non te le toglie nessuno. Poi in un anno te le ripaghi.”

“E certo…..otto milioni…..ci vuole un anno. Ma a chi devo pagare?”

“A me. Direttamente a me.”

“A documenti ottenuti vi pago.”

“A documenti ottenuti.”

La sera.

“Assunta, io non mi sento tranquillo.”

“Domani vedrai che ti passa. Ora dormi.”

“Ma se va male qualcosa? Se questi ci fregano i soldi?”

“Io non l’ho mai sentita una cosa del genere.”

“Si ma se ci fregano poi dobbiamo solo scappare. Chi ci ha dato gli otto milioni è gente che non scherza!”

“E’ meglio non pensarci. Ma cosa altro possiamo fare?”

“Niente. I campi ce li hanno tolti. A cinquantacinque anni, che ci inventiamo? Sappiamo solo zappare.”

“Appunto, che scelta avevamo?”

“Nessuna. Nessuna. Ora stiamo facendo questo azzardo.”

“Si, mi tocca fare il finto zoppo tutta la vita.”

Carte, lastre, perizie, firme, domande, timbri, qualche opposizione, l’attesa. Un mese.

“Eccoci qua. Sedetevi.”

“Allora….professore?”

“Tutto a posto la pratica è passata…settecento mila lire per i primi due anni. Poi saliranno ad ottocento. Ci diamo noi un’aggiustatina.”

“E quando prendo i primi soldi?”

“Il prossimo mese dal cinque.”

“Allora io aspetto il cinque, appena incasso vi pago gli otto milioni.”

“Va bene. Io sono qui.”

Il novello pensionato era scomparso dal paese per  cinquanta giorni. Tornando zoppicando. Aveva detto di essere stato a fare una raccolta di olive e di essere caduto da un albero. Poi di essere stato in ospedale e di essere rimasto zoppo.

Quando disse di essere diventato invalido nessuno gli aveva chiesto più niente. Quando lo videro prendere la pensione all’ufficio postale nessuno gli aveva chiesto niente.

Ma alle spalle, la gente mormora. Il ceto medio, per esempio.

“Hai visto?…..Dicono che gli hanno dato settecentomilalire.”

“Gli è andata bene. Il professore riuscito a farglieli avere.”

“E si!”

“Ma deve camminare zoppicando.”

“E che poteva fare? Gli hanno tolto i campi a mezzadria….dalla sera alla mattina….non trovava più niente…..a sessant’anni dove emigri….ormai sei vecchio…..che fai? Doveva spettare la pensione sociale. Ma quello per dieci anni come campava?”

“Brutta cosa la povertà!”

“Brutta cosa!”

La gente alle spalle mormora E un po’ più in basso socialmente.

“A quel bastardo ottocentomilalire gli hanno dato!”

“Ma chi gli ha dato i soldi per pagare il professore?”

“E’ stato un usuraio del capoluogo.”

“Ma come li hanno dati a un poveraccio come quello, non ha un pegno, una proprietà.”

“Ma come hanno fatto a fidarsi?”

“Vedi se ci capitano a noi queste fortune!”

“A noi? Solo miseria e sudore!”

La gente alle spalle mormora. E molto in alto socialmente.

“Questi fenomeni di spoliazione dello stato, sono come degli ammortizzatori sociali al Sud.”

“Si è vero. Qui al Sud, lo stato viene considerato in ottica polifunzionale che va oltre il diritto. Molte dinamiche vengono attivate da condizioni disperate, altre in virtù di una distorsione culturale frutto di secoli di dominio e non di governo.”

“Quel contadino che dicono che ha ottenuto la pensione da falso invalido, non ha strumenti di autodefinizione del suo comportamento. Si ferma all’infrangimento del diritto, non sente il bisogno di una giustificazione morale, pur sgangherata che sia.”

“Credo che non si possa parlare nemmeno di fallimento dell’azione della politica. Oggi, alla fine degli anni 70, la classe dirigente del Sud, che è stata in parlamento per decenni, aveva gli stessi problemi culturali di chi la esprimeva. La gran parte dei politici non avevano gli strumenti per un’autodefinizione della propria moralità.”

“E’ vero, una moltitudine ampia di semianalfabeti, di una irresponsabilità inconsapevole, di una ignoranza delle basi del diritto e con una conoscenza stentata della mera codificazione di esso.”

“Non è un fallimento, è la mancanza di humus culturale che parte dal basso e si manifesta verso l’alto per riportare i detriti in basso.”

“Eppure il Sud ha partorito la Repubblica Partenopea, ha importato l’illuminismo applicandolo in azione di governo, anche se rivoluzionario.”

“E’ vero. Il Sud ha bacini di cultura di inestimabile valore, ma vivono nell’emarginazione. E a volte, di ciò, si fa anche civetteria nelle accademie, auto-celebrandosi.”

Intanto il malcapitato camminava zoppicando. E dopo un mese, a causa di tale sforzo si gonfiò a dismisura l’altro piede.

Ma non andò nemmeno dal medico.


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