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Lei non sa chi sono io
23 Dic 2014 08:54

La casa da costruire al paese natio, è stato il sogno con cui sono vissute generazioni di migranti del Sud. Ma dall’edonismo reganiano in poi, ovvero dall’affermazione del consumismo, la casa è mutata da sogno a simbolo.

Nei paesi del Meridione avere più case significava essere più “riusciti” nella vita. E dagli anni ’80 in poi è iniziata una lotta al mattone, che ha portato molte famiglie dell’entroterra del Sud a possedere varie case in paese. Rigorosamente non fittate.

La storia che voglio raccontare è l’emblema sciocco di questo simbolo, unita a certa considerazione patologica delle forze dell’ordine. Anche questo episodio è realmente accaduto.

Ad un posto di blocco dei Carabinieri, allora in 128 Fiat, veniva fermata un auto. Tutto ciò al centro di un paese, nella piazza principale.

Gli avventori dei cinque bar, uscirono dai locali all’udir delle prime urla e si avvicinarono timidamente agli automezzi.

Il conducente dell’auto aveva un tono ringhiante, appariva alticcio e rimbrottava i militi ad ogni affermazione.

Gli spettatori lo guardavano compiaciuti. Finalmente per loro c’era qualcuno che non era prono e gliene cantava quattro a quei signori. Una scena gratuita in prima fila.

I militi chiedevano di abbassare i toni al tizio, ma questi continuava. E la discussione si fece esasperata. I Carabinieri gli comunicarono che poteva cadere nell’oltraggio a pubblico ufficiale e quello rispose che non aveva paura di nulla.

Gli spettatori guardavano ammirati il testa a testa. Mai nessuno in quel paese era arrivato a tanto.

E proprio questa fu la considerazione che fece scattare d’un punto un altro tizio, il quale si staccò dalla folla e iniziò a inveire contro il conducente fermato.

“Giovà ma come ti permetti di strillà…..ma chi ti credi di essere?”

“Ma tu che vuoi?….Stattene al tuo posto!”

“No Giovà, tu la devi finire…..stai parlando troppo!”

“Ma perché tu che vuoi? Vattene? Tu non sei capace!”

“Io non so’ capace? Io non so’ capace? ….Giovà basta!” e diede un pugno sulla sua auto, “stai facendo un maffio! Un maffio!”

Giovanni, inviperito per quel pugno sul cofano si avvicinò all’uomo minaccioso.

I Carabinieri avevano guardato meravigliati quell’intromissione in loro soccorso, tanto meravigliati da non intervenire.

“Hai capito che stai facendo un maffio! ( probabile traduzione di mafia).”

“Ma stai zitto… io so’ uomo e rispondo…tu stai zitto! Chi sei tu?”

“Giovà…io ho costruito quattro palazzi di casa! Hai capito! Quattro palazzi di casa!” Replicò con tutta la voce che aveva.

Ecco il punto della discussione. Secondo l’uomo Giovanni non poteva fare lo sbruffone con i Carabinieri, trattandoli alla pari, perché questo poteva toccare semmai a lui che aveva costruito quattro case.

I militi si spazientirono e iniziarono a dire all’uomo di farsi da parte. Ma questi insisteva, come a voler ripetere il testa a testa di Giovanni e dimostrare che anche lui era capace.

Ma i Carabinieri, ormai stanchi, e alla berlina di due invasati, dissero all’uomo di calmarsi e all’ennesima risposta sgarbata lo posero in stato di fermo e lo infilarono nella 128.

Giovanni rimase lì con la sua macchina. E agli spettatori diceva che anche lui aveva le sue case.

Anche lui aveva le sue case.

In questo episodio c’è tanto Sud che fu. Anche se  questo episodio è avvenuto circa venticinque anni fa, nemmeno troppi.

Ci sono le Forze dell’Ordine, considerate da taluni, dei gendarmi dotati di poteri illimitati, pronti ad usarlo a casaccio ed arbitrio.

C’è il masanielllo che si oppone a tale presunto potere e lo fa per ergersi a uomo coraggioso nei riguardi della piazza.

C’è chi non sopporta che un suo simile mostri tale “coraggio”, ed il pregiudizio verso i militi scompare per far posto ad una reazione che offuschi l’altro. E nel corpo al corpo tra i due l’arma usata sono le case, le case costruite in anni di lavoro. Tramutate da necessità di vita a metro di misurazione del potere.

Una vicenda emblematica che mostra una profonda patologia culturale, dove emerge un pensiero ben strutturato nei secoli.

Ma il paradosso è che, con i paesi svuotati dalla corsa verso la città, quelle case sono diventate inutili scheletri. Oberate dall’Imu.


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