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Calo del 45% nella spesa del gioco online nel 2020: gli italiani giocano sempre meno con soldi veri ai casino online
27 Gen 2022 09:34

La pandemia ha cambiato le priorità: i casinò online con soldi veri scendono tra i consumi mensili.

Gli italiani non giocano più. O perlomeno giocano con moderazione. Questo è il dato che viene fuori da un’analisi dei consumi medi al mese delle famiglie italiane. Il gioco legale, appunto, su 153 voci differenti di spesa si trova al 124esimo posto, quindi abbastanza sul fondo. 

Se nel 2018 e anche nel 2019 sia giochi che lotterie e scommesse rientravano nella spesa mensile con 3,9 euro, nel 2020 il dato è cambiato radicalmente. Infatti, a causa ovviamente del coronavirus, la somma è scesa di circa il 45,8%. Parliamo di 2,12 euro al mese. In pratica l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) rileva che mentre nel 2018 e nel 2019 una famiglia aveva una spesa di gioco annua di 46 euro l’anno scorso la cifra si è abbassata a 25 euro nel 2020. 

Secondo gli esperti di www.truffa.net i migliori casino con soldi veri promettono bonus di benvenuto senza deposito senza precedenti. Invogliare, infatti, il giocatore occasionale a tentare di nuovo la fortuna è diventata una priorità in un periodo di poca propensione al gioco. 

La spesa mensile per il gioco dopo la pandemia

Mentre la quarta ondata del virus fa capolino nelle nostre vite (in Sicilia contagi in aumento) si fanno i conti tra le varie regioni nella spesa per scommesse, lotterie e giochi. Nelle isole la situazione è crollata (si è passati da 3,33 euro del 2019 a 1,27 euro dello scorso anno) di circa il 61,9%

Anche il Nord-Est resta sotto la media nazionale con una spesa di 1,98 euro. Il mezzogiorno è ancora basso con 1,86 euro mentre sopra la media il Nord-Ovest con 2,43 per famiglia e il centro con 2,23 euro. 

Anche le aree metropolitane fanno la differenza e si sono analizzate periferie e comuni con più di 50mila abitanti. Se prima dell’emergenza Covid qui c’era una media di 4,34 euro nel 2020 è tutto cambiato. La spesa più alta si riscontra nelle grandi città ed è di circa 2,39 euro. Nelle periferie e nei comuni più popolosi la spesa mensile è di 2,27 euro. I comuni con meno di 50mila abitanti, invece, hanno una media ancora più bassa: 1,95 euro. 

Anche il titolo di studio fa la differenza: coloro che hanno la licenza media spendono di più (2,48 euro) seguiti dai diplomati alle superiori (2,36 euro). I laureati spendono in media 1,83 euro e quelli con la licenza elementare 1,32 euro. Con questi risultati sorprendenti si smentisce anche la tesi per cui le persone con meno titoli di studio giochino di più. 

Le mascherine nel paniere Istat 2021

Tra le notizie curiose che riguardano il paniere Istat (cioè i beni e i servizi delle famiglie italiane che vengono monitorati per calcolare l’inflazione) c’è l’introduzione delle mascherine

Il paniere, infatti, viene aggiornato ogni anno perché deve rappresentare i consumi effettivi delle famiglie che vivono nel nostro paese. 

Ci sono, appunto, dei prodotti che entrano e dei prodotti (non più tanto usati) che escono dal paniere. Ovviamente per essere monitorabili devono assumere un certo rilievo in termini di spesa per famiglia. Mentre prima del 2020 le mascherine avevano una quota trascurabile in un budget familiare con l’arrivo della pandemia tutti questi prodotti (tra cui anche il gel igienizzante) sono saliti in modo esponenziale. 

Tra i nuovi prodotti inseriti abbiamo anche il dispositivo anti abbandono che è quello che ci permette di non far sì che un neonato venga lasciato in auto. Questo inserimento è stato frutto della normativa che ne impone, per legge, l’utilizzo e quindi ha un peso sulla spesa delle famiglie con i bambini piccoli a carico. 

Ogni epoca, comunque, dal 1928 al 2021 (quindi quasi 100 anni di storia) ha portato all’entrata e all’uscita di prodotti sempre nuovi e diversi nel paniere nazionale. Anche perché le abitudini delle famiglie sono sempre figlie del periodo storico in cui si sta vivendo e, quindi, è anche molto interessante scoprire (attraverso l’archivio online) quali siano stati i periodi più floridi per questo o quel prodotto di massa. 

Sono proprio le abitudini di una famiglia, infatti, che creano questo o quel bisogno. E la ricerca e la classificazione di quella spesa rappresentano una fotografia più che veritiera di ciò che accade in un’intera nazione. 


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