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Addio investimento da 230 milioni, anche Enipower lascia Taranto
16 Set 2013 08:01

Enipower, secondo produttore di energia elettrica in Italia, ha rinunciato a investire a Taranto nella nuova centrale a ciclo combinato da 240 MW alimentata a gas naturale in sostituzione dei vecchi gruppi alimentati a olio combustibile. La rinuncia è motivata dal mix di opposizione territoriale (Comune e Regione) e lungaggini burocratiche. Quasi un bis dell’addio, del 2012, di British Gas al progetto del rigassificatore di Brindisi dopo 11 anni di attesa per autorizzazioni e permessi: in quel caso la Puglia dovette rinunciare ad almeno 250 milioni di euro di investimenti e a mille posti di lavoro per i successivi 4 anni.

Il mix di opposizione degli enti locali e lungaggini burocratiche è risultato fatale anche per l’investimento tarantino: nonostante il parere favorevole del ministero dell’Ambiente il decreto fu impugnato da Comune e Regione e nel 2011 Enipower lo ridimensionò a investimenti per 100 milioni e presenze in cantiere di 200 unità con picchi di 300.

Ma anche con questa versione riveduta e corretta i permessi necessari per far sì che a Taranto una vecchia centrale immettesse meno anidride carbonica nell’atmosfera non sono mai arrivati.

Ed Enipower ha deciso di cedere l’impianto alla raffineria Eni e rinunciare all’investimento che nella versione iniziale avrebbe prodotto energia anche per il mercato. Con l’addio all’investimento diEnipower si può salutare il progetto dell’inizio del nuovo millennio di Puglia piattaforma del gas, l’hub d’Europa dell’energia.

Quella dei rigassificatori di Brindisi (dove, come detto, British Gas dopo 11 anni di attesa ha deciso di fare marcia indietro), Taranto (il progetto di Gas Natural non è mai decollato) e Trinitapoli (anche in questo caso progetto di Sorgenia è rimasto nel cassetto) e quella dei grandi gasdotti: nel 2012 anche i russi di Gazprom salutarono la Puglia per il tratto del South Stream che sarebbe dovuto sbarcare sulla costa brindisina dopo aver attraversato la Grecia.


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