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E i finti poveri truffano la Asl di Napoli per 4 milioni di euro
16 Mag 2013 09:45

Quattro milioni e 300mila euro circa: a tanto ammonta il danno per le casse dell’Asl Napoli 1 provocato dalle persone che negli anni hanno goduto in maniera impropria o truffaldina dell’esenzione ticket. A denunciarlo è il direttore dell’azienda, Ernesto Esposito, a margine di un’incontro dedicato alla campagna di vaccinazione contro la rosolia congenita.

Un danno consistente per l’Asl che è riuscita a stanare i furbetti grazie a una vera e propria task force dell’azienda che ha incrociato i dati delle autocertificazioni dei pazienti con quelli dell’anagrafe tributaria regionale. Il risultato è una cifra che supera i 4 milioni e, annuncia Esposito, “ci stiamo già preparando a recuperare”.

“In tempi brevi – dice – chiuderemo un accordo con Equitalia o con le Poste in modo da rientrare in possesso di questa cifra”. Intanto però monta la polemica per la decisione della Regione Campania di sospendere, dal prossimo primo giugno, l’esenzione ticket E05, quello per le fasce di reddito inferiori ai 10.000 euro. La decisione è stata presa proprio per procedere con le verifiche anti-truffe, ma in attesa dell’esito di queste verifiche saranno in 600.000 a non godere più dell’esenzione.

“È un fatto gravissimo – dice il presidente nazionale del Sindacato medici italiani (Smi), Giuseppe Del Barone – A essere coinvolte sono le fasce più deboli, quella parte di popolazione che si trova già in una condizione di forte disagio. Con il taglio alle esenzioni c’é il rischio che i pazienti si curino male o addirittura smettano di curarsi del tutto con un conseguente aumento delle malattie e un aggravarsi del disagio sociale”.

E se per il numero uno del sindacato dei medici di famiglia sono da condannare i comportamenti fuori legge, dall’altro lato è ferma la difesa della classe medica. “È grave che in passato non siano stati fatti i controlli – dice Del Barone – ma i medici non possono essere considerati responsabili di quanto accaduto. È illogico – prosegue – che alcuni sindacati della medicina specialistica facciano passare il messaggio che da questa situazione ne traggano vantaggio proprio gli stessi colleghi specialisti.

È assurdo pensare che questi comincerebbero a offrire una sanità a basso costo e conseguentemente anche di minore qualità. La legge è legge, va rispettata da tutti e vanno colpiti i furbi. Ma bisogna scindere le questioni: guai a mettere in dubbio la professionalità e l’onestà dei medici, che si tratti di quelli di famiglia o degli specialisti ambulatoriali o ospedalieri. Idee simili sono da esposto all’Ordine. Piuttosto si dica che i medici, in questi anni, hanno ampiamente fatto la loro parte e lo dimostra che la spesa farmaceutica non è aumentata, che è diminuito il numero di prescrizioni, delle ricette e dei ricoveri”.


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