';

La famiglia che inventava gli incidenti per frodare l’assicurazione
04 Giu 2014 05:42

A chiedere i rimborsi alle assicurazioni erano sempre gli stessi personaggi, per la maggior parte legati tra di loro da vincoli di parentela. Ma c’erano anche amici e conoscenti che si alternavano a dichiarare il falso o a essere in prima persona protagonisti di falsi incidenti. Un sistema collaudato, sotto la sapiente regia di una coppia: marito e moglie, lui “sedicente avvocato“, lei avvocato del foro di Nocera Inferiore. “Sedicente – ha detto il procurato aggiunto Antonio Centoreperché ancora non siamo riusciti ad individuare il Foro di appartenenza“.

Ma il grosso raggiro è stato scoperto dopo un anno di indagini, di controlli meticolosi di fascicoli, ad opera dei carabinieri della compagnia di Amalfi, diretti dal capitano Alberto Sabba, che sono riusciti ad avere ulteriori conferme attraverso le intercettazioni ambientali e telefoniche effettuate nell’ultima fase dell’inchiesta. Dal 2007 al 2010 il volume d’affari è stato di circa 548 mila euro. 52 le pratiche passate sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori, di cui 36 che hanno consentito di smascherare il gruppo e che hanno fruttato all’organizzazione introiti per circa 380 mila euro.

Le indagini non sono state semplici – ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Salerno, il colonnello Riccardo Piermarini – si è partiti dalla notizia e non da una denuncia“. Trenta le persone raggiunte dalle misure cautelari emesse dal gip del tribunale di Salerno (otto ai domiciliari, 20 all’obbligo di dimora e due interdizioni dalla professione) che devono rispondere di associazione per delinquere finalizzata alle truffe alle compagnie assicurative.

Nella vicenda oltre ai due avvocati, finiti ai domiciliari, figurano altri due colleghi per i quali è scattata la misura interdittiva. Inoltre è finito ai domiciliari anche un medico che prestava servizio negli ospedali di Nocera Inferiore e Pagani, il quale emetteva false certificazioni a favore delle “vittime” degli incidenti.

Altri quattro provvedimenti sono stati eseguiti a Luzzi nel Cosentino, nei riguardi di altrettanti personaggi legati da vicoli di parentela agli ideatori della mega truffa. Ad insospettire gli investigatori i luoghi dove avvenivano gli incidenti e la presenza sempre degli stessi personaggi: una volta come vittime dei sinistri, un’altra come conducenti delle autovetture. La maggior parte dei sinistri si verificava sulle due strade provinciali che dal valico di Chiunzi conducono ai centri della Costiera Amalfitana di Ravello e Maiori. Incidenti che avvenivano per lo più a tarda sera o addirittura di notte, su due strade che non sono molto trafficate. Le vittime si facevano refertare soltanto nei giorni successivi. Gli investigatori hanno riscontato circa 13 falsi referti firmati dal medico compiacente. Nell’inchiesta figurano altri 46 indagati per falsa testimonianza e truffa alle assicurazioni.


Dalla stessa categoria

Lascia un commento