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La festa di Capodanno con i soldi della Regione
02 Apr 2014 09:23

C’è qualche remota relazione tra l’attività di consigliere regionale e l’acquisto di sigarette o di piante ornamentali? Come è possibile collegare la voce “funzionamento dei gruppi consiliari”, come recita la norma, con una festa di capodanno o una serata in un locale notturno?

Sono gli interrogativi retorici che fanno da sfondo all‘inchiesta della Procura di Napoli sulla erogazione dei rimborsi ai rappresentanti della assemblea regionale della Campania che ha vissuto oggi una tappa importante con l’emissione di 55 avvisi di conclusione delle indagini preliminari, di cui 51 notificati a consiglieri in carica (ad uno solo per contestazioni riguardanti la precedente consiliatura).

Si profila così un maxiprocesso nei confronti di esponenti di tutti i gruppi politici, ovvero la maggioranza schiacciante dell’assemblea che conta 60 seggi in tutto. Se le argomentazioni difensive non scalfiranno i residui dubbi, sarà infatti questo l’approdo dell’inchiesta sui rimborsi versati, secondo l’accusa, in maniera illecita sulla base di rendiconti fasulli o per spese a dir poco futili e che comunque non hanno alcuna attinenza con l’attività istituzionale.

Oggi il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza ha notificato i provvedimenti firmati dal pm Giancarlo Novelli e dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, coordinatore della sezione ”reati contro la pubblica amministrazione”. Tra i 55 avvisi vi sono anche quattro inviati a privati che avrebbero fornito ricevute irregolari. Peculato e truffa i reati ipotizzati a vario titolo, per fatto relativi a un arco di tempo che va dal 2010 al 2012. Tra gli indagati vi sono anche il sottosegretario Pd Umberto Del Basso De Caro ed i senatori Domenico De Siano, coordinatore regionale di Forza Italia, ed Eva Longo, componente del gruppo di Fi a Palazzo Madama.

I provvedimenti preludono a una imminente richiesta di rinvio a giudizio, che sarà formalizzata se il quadro accusatorio non dovesse essere modificato da nuovi elementi. Finora, nel corso degli interrogatori, buona parte dei consiglieri, soprattutto del Pd, hanno sostenuto di non dover fornire alcuna giustificazione, in quanto la legge regionale (poi abrogata, anche per gli effetti di vicende giudiziarie analoghe che coinvolgono altre Regioni) non prevedeva di rendicontare le spese. Mentre altri gruppi, in specie il Pdl e Nuoco Psi, hanno esibito una cospicua documentazione, con fatture, ricevute e altre pezze di appoggio, dalle quali sono emerse tuttavia casi apparsi assolutamente scollegati con le finalità per le quali i contributi sono stati corrisposti.

Agli atti dell’inchiesta, scontrini per gli acquisti, di cd e dvd, piante ornamentali, sigarette, giocattoli, cravatte, farmaci, capi di abbigliamento. E ancora spese in bar, pasticcerie e enoteche, pagamenti di feste e cene in locali notturni, e persino di una rata della Tarsu. Una ipotesi di truffa si riferisce al rinvenimento di fatture emesse da un commerciante di rottami. Il recordman dei rimborsi è risultato Gennaro Salvatore, del Nuovo Psi-Gruppo federato Caldoro, il quale risulta aver ricevuto in due anni 93.215 euro.

Dagli accertamenti svolti dal luglio dello scorso anno, quando furono emessi 53 informazioni di garanzia, sono venuti alla luce episodi inediti, come l’acquisto di cravatte da parte di consiglieri del Pd, giustificato dal capogruppo Giuseppe Russo come gadget e, sempre a carico di consiglieri del Pd, le spese sostenute per la campagna elettorale di un candidato a sindaco del Comune di Agerola. Tra gli indagati uno solo, Pietro Diodato, del Pdl, è chiamato in causa per rimborsi corrisposti nell’ambito del precedente consiglio regionale.

L’indagine del pm Novelli è concentrata su due capitoli di spesa; i rimborsi per il funzionamento dei gruppi e le spese per la comunicazione. Insieme con gli avvisi, il pm ha anche inoltrato all’ufficio gip 13 richieste di archiviazione, in tre casi solo per singoli capi di imputazione, negli altri dieci per tutte le accuse. Tra questi ultimi, l’ex capogruppo Pdl e attuale assessore regionale Fulvio Martusciello. Il Presidente della Regione, Stefano Caldoro, non è stato mai coinvolto nell’inchiesta.


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