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L’esercito dei senza stipendio che dovevano togliere i rifiuti. E che ora sono alla fame
26 Set 2013 07:30

Avrebbero dovuto curare e gestire la raccolta differenziata. Sono diventati l’ennesimo bubbone pronto a scoppiare sul fronte dell’emergenza rifiuti in Campania. Per i tremila lavoratori dei Consorzi di Bacino è l’ora della protesta. Da undici mesi non percepiscono alcuno stipendio. E un paio di giorni fa hanno preso d’assalto il termovalorizzatore di Acerra, tassello fondamentale del sistema dei rifiuti della Campania. La storia nasce nell’era di Bassolino.

I Comuni avevano l’obbligo di aderire al Consorzio versando una quota di quello che incassavano con la tassa sui rifiuti e ottenendo la presenza del sindaco, o di un suo rappresentante, nell’assemblea del Consorzio. A sua volta, l’assemblea avrebbe eletto un Consiglio di amministrazione e un presidente.

Fin qui nessun problema. Poi, però, si è inserita la politica, il numero dei lavoratori è cresciuto in maniera esponenziale trasformando di fatto, i consorzi, in uno strumento che ha moltiplicato i costi senza fornire servizi. Naturalmente, la colpa non è dei lavoratori ma di chi ha consentito un simile meccanismo. Fatto sta che fino all’anno scorso gli stipendi sono stati garantiti dalle strutture commissariali. Quando il flusso finanziario si è rotto è esplosa la protesta.

Attualmente i consorzi sono in fase di liquidazione. L’organico si attesta sulle tremila unità. “Il problema dei Consorzi di bacino è serissimo perché i 300 milioni di euro che i Consorzi di bacino avanzano in tutta la Regione dai Comuni sono soldi che i Consorzi di bacino non recupereranno mai più, perché i Comuni non sono nelle condizioni di pagarli”, ha spiegato in Parlamento l’assessore regionale all’Ambiente, Giovanni Romano.

Il motivo è semplice: “I comuni avrebbero dovuto fare dei ruoli suppletivi sulla Tarsu negli anni addietro, una cosa inimmaginabile perché è difficile far pagare al cittadino onesto che paga la Tarsu un’altra Tarsu per quelli disonesti che non hanno pagato! A ciò aggiungiamo che questo credito è difficilmente liquido ed esigibile, che questi Consorzi hanno complessivamente 3.000 addetti, e che una sola Provincia, Avellino, ha risolto il problema (almeno in parte) assumendo i dipendenti dei Consorzi nella società provinciale. Nelle altre Province abbiamo invece il serio problema dei dipendenti dei Consorzi, che in questo momento sono senza stipendio dal mese di maggio (e mi riferisco al Consorzio unico Napoli Caserta), con scarsissime possibilità di recupero…”.

Così parlò l’assessore. Ma, con queste premesse, sarà difficile trovare un’occupazione stabile per questi lavoratori.


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