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Pagati 2 euro l’ora in nero: schiavi moderni in un call center di Palermo
02 Ago 2013 09:45

37 impiegati tra i 19 e i 50 anni completamente in nero. Era iorganizzato così un call center di Palermo scoperto dalla Guardia di finanza con il personale dell’Ispettorato provinciale del lavoro, e quello delle Direzioni provinciali dell’Inps e dell’Inail.

Dei 37 lavoratori, 22 sono stati individuati direttamente nel call center, mentre lo sviluppo dei successivi accertamenti ha consentito di risalire ad altri 15 impiegati che, pur non essendo più in forza all’azienda, vi avevano comunque lavorato totalmente in nero nel corso del 2012. secondo le accuse, il titolare del call center accreditava lo stipendio in nero su carte prepagate postepay che venivano fornite ai dipendenti o procurate direttamente dai lavoratorii.

Sempre secondo gli accertamenti, gli operatori non avrebbero mai ricevuto una lettera di assunzione, né sottoscritto un regolare contratto di lavoro o firmato quietanze di pagamento, con una retribuzione tra i 2 e i 3 euro per ogni ora trascorsa davanti alla postazione.

Un sistema che avrebbe consentito all’imprenditore di aggirare i contratti nazionali di settore, risparmiando oltre 40 mila euro, e di ottenere risparmi illeciti in termini di contribuzione assistenziale e previdenziale. Per 2.400 giornate lavorative ricostruite dai finanzieri per tutto il personale individuato nell’arco di un semestre, il titolare del call center avrebbe dovuto versare contributi pari a 20 mila euro.


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