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Razzismo, cori contro Balotelli e l’arbitro ferma il gioco
13 Mag 2013 06:04

A una giornata dalla fine, la serie A non si fa mancare una partita sospesa per cori razzisti.

È durato poco più di 90 secondi, ma è destinato a lasciare il segno a lungo lo stop deciso dall’arbitro Rocchi quando non erano stati giocati nemmeno tre minuti della ripresa di Milan-Roma, dopo l’ennesimo coro contro Mario Balotelli da parte del migliaio di tifosi giallorossi, arrivato dopo gli ululati razzisti del primo tempo a cui l’attaccante rossonero ha risposto portandosi l’indice al naso e borbottando.

Lo speaker del Meazza nel primo tempo è intervenuto due volte per ricordare che sono vietate manifestazioni di discriminazione di razza, sesso, religione e territoriali.

E quando a inizio ripresa la censurabile cantilena è ripresa, Rocchi ha interrotto il gioco (non era mai successo in questo campionato) e richiamato le squadre al centro del campo, con una decisione in linea con le ultime direttive della Uefa, che danno all’arbitro il potere di interrompere le partite in caso di cori razzisti e prevedono multe fino a 50mila euro (quanto sono costati a Juventus e Atalanta gli scontri fra tifosi di una settimana fa) per i club per comportamenti scorretti del pubblico.

La Uefa ha deciso per la tolleranza zero contro il razzismo anche in seguito alla decisione del Milan di interrompere l’amichevole del 3 gennaio contro la Pro Patria per gli ululati del pubblico di Busto Arsizio contro Boateng, diventato da quel giorno un simbolo della lotta al razzismo.

Questa volta, con il cronometro a 4′ e 8 secondi la partita è ripresa, e poco dopo dal settore ospiti al terzo anello del Meazza sono partiti altri cori di insulti, da “Balotelli figlio di puttana” a “Devi morire, devi morire”, mentre il centravanti del Milan e della Nazionale era a terra dopo un contrasto.

Sospendete la partita, sospendete la partita“, hanno urlato ancora i tifosi romanisti, evidentemente meno interessati alle residue speranze della loro squadra di qualificarsi all’Europa League che a ritagliarsi un ruolo da protagonisti, scegliendo come bersaglio quello che dovrebbe diventare il testimonial di una campagna in favore dello ius soli, priorità del ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge.


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