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Stipendiopoli alla Regione Siciliana. L’affondo della Corte dei Conti. “Centinaia di assunzioni inutili”
29 Giu 2013 07:53

Nel 2012 in Sicilia la consistenza numerica del personale in senso strettoregionaleè pari a circa un terzo (il 29,5%) di quello di tutte le regioni italiane sommate insieme. Il numero dei dirigenti è quasi il doppio rispetto al dato aggregato delle altre regioni a Statuto speciale e resta elevato anche il rapporto tra il numero di dirigenti e quello del personale non dirigenziale (1 su 8,64 a fronte di una media nazionale di 1 ogni 15,89).

È quanto emerge dalla relazione al giudizio di parificazione del Rendiconto generale della Regione siciliana per l’esercizio 2012 emesso dalle Sezioni Riunite della Corte dei conti in sede di controllo. I giudici contabili sottolineano come “si tratta di valori che solo in parte possono trovare giustificazione nelle retribuzioni per via dell‘autonomia differenziata di cui gode la Regione siciliana, di funzioni altrimenti di competenza statale”.

A tal proposito le sezioni riunite nel considerare i fattori che hanno determinato un elevato livello occupazionale hanno avuto modo di rilevare che “il settore pubblico è stato utilizzato per arginare, attraverso politiche assunzionali di portata superiore alle effettive esigenze, il disagio sociale derivante dall’incapacità del tessuto produttivo di assorbire la forza lavoro espressa dalla Regione”.

“La dimensione assunta dal fenomeno del precariato in Sicilia – scrivono ancora i giudici – hanno condizionato le politiche assunzionali in modo decisivo determinando l’assoluta chiusura alle opportunità di reclutamento attraverso le ordinarie procedure concorsuali sostituite da annosi percorsi di stabilizzazione”.


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