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La Sicilia si ferma per dire no al caro bollette. Lunedì sciopero generale
05 Nov 2022 17:04

No al caro bollette. E’ il grido che arriva dalla Sicilia. L’intera isola si ferma lunedì mattina la Sicilia per manifestare contro il caro energia. A Palermo si terrà un corteo che attraverserà la città: una mobilitazione a cui fa da corollario la chiusura di tutte le attività.

Associazioni e sindacati al Teatro Massimo di Palermo

Il corteo contro il caro bollette si concluderà di fronte al Teatro Massimo di Palermo. Lì ci sarà il comizio dei rappresentanti delle sigle promotrici della manifestazione. La manifestazione è stata indetta per protestare contro il quadro disastroso che mortifica i redditi delle imprese, dei lavoratori e delle famiglie. All’iniziativa hanno diretto commercianti, imprenditori, sindacati e associazioni di categoria.

I delegati delle sigle consegneranno al presidente della Regione e al prefetto di Palermo un documento che riassume la piattaforma rivendicativa. Il paper contiene sedici punti programmatici:

  • applicazione immediata e reale di un tetto al prezzo dell’energia;
  • moratoria di 12 mesi, prorogabile di ulteriori 12 mesi per le rate delle bollette in scadenza entro il 31/12/2023;
  • ampliamento dell’orizzonte temporale per la rateizzazione delle bollette almeno fino a giugno 2023;
  • incremento del credito d’imposta per il caro energia elettrica dal 30% al 50% e l’introduzione di un meccanismo finalizzato allo slittamento del termine per l’utilizzo dello stesso credito d’imposta legato all’energia, ma anche al gas(ex art.1 DL 144 del 23/9/2022 co.1-4);
  • finanziamenti a tasso agevolato alle imprese per fare fronte alle esigenze di liquidità determinate dall’aumento del prezzo dell’energia elettrica;
  • promozione, anche attraverso l’introduzione di uno specifico credito di imposta del 50%, impianti fotovoltaici per autoconsumo delle Pmi utilizzando le superfici dei capannoni e prevedendo semplificazioni nelle relative autorizzazioni e nelle fasi di connessione alla rete;
  • sospensione dei distacchi per morosità;
  • ristoro per le PMI utilizzando le risorse regionali disponibili sull’attuale programmazione per creare nuova liquidità atta a compensare il peso del costo energetico già sostenuto;
  • azzeramento degli oneri generali di sistema almeno per il primo semestre 2023 e, a regime, la riforma strutturale della bolletta attraverso la traslazione, anche parziale, degli oneri generali di sistema sulla fiscalità generale e la previsione della redistribuzione del carico contributivo al sistema degli oneri tra le diverse categorie di utenti sulla base degli effettivi livelli di consumo;
  • prelievo di solidarietà sugli extra-profitti – per tutta la durata dell’emergenza – delle imprese di vendita di energia ai fini dell’abbattimento delle bollette delle Pmi e rafforzamento dell’attività di verifica di eventuali speculazioni su forniture di energia erogata;
  • riforma del mercato elettrico e del gas con l’obiettivo di favorire meccanismi più efficienti e meno onerosi nella formazione del prezzo;
  • stabilizzazione delle agevolazioni relative agli ecobonus nel prossimo quinquennio in modo da implementare la produzione da fonti totalmente rinnovabili;
  • aumento del valore dei bonus energetici e allargamento della platea dei beneficiari attraverso l’innalzamento del tetto Isee; promozione e sviluppo delle Comunità energetiche;
  • credito d’imposta per tutto il 2022 e il primo semestre 2023 per l’acquisto del carburante agricolo; un adeguato e immediato programma di promozione per l’ortofrutta che ha subito notevoli cali di vendita.

Il “Tavolo unitario” che coordina la manifestazione di protesta ha concordato di sollecitare misure urgenti e riforme strutturali, in grado di invertire. Senza l’adozione di queste misure è concreto il rischio del collasso per l’intero sistema produttivo della Sicilia. Nel documento che verrà presentato, si fa riferimento anche all’ altrettanto allarmante e disastrosa situazione economica che riguarda lavoratori, pensionati e famiglie che assistono ad un peggioramento delle condizioni economiche, rischiando di andare incontro ad uno scenario di povertà diffusa senza precedenti.


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