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A Cannes il film girato al parco di Catania
12 Mag 2014 08:00

Viva la famiglia! Se è la propria tanto meglio. La pattuglia italiana al Festival di Cannes sembra aver sposato questa filosofia, se è vero che famiglia e autobiografia sono al centro non solo de ‘Le meraviglie’ di Alice Rohrwacher, unico italiano in gara per la Palma d’oro, ma anche di ‘Incompresa’ di Asia Argento, opera più che autobiografica che approda a Un Certain Regard. Infine, un nucleo familiare impossibile da vivere e comunque molto reale è anche quello di ‘Più buio di mezzanotte’ di Sebastiano Riso (Semaine de la Critique), ispirato com’è alla vita di Fuxia, uno dei fondatori del locale gay romano Mucca assassina.

Insomma sotto lo sguardo fascinoso di Marcello Mastroianni che campeggia sul manifesto del Festival di Cannes 2014 e dell’omaggio alla regina Sophia Loren, ecco l’Italia che vedremo alla 67/ma edizione (14-25 maggio).

Più buio di mezzanotte – Alla Semaine de la Critique ci sarà invece il film del regista catanese Sebastiano Riso, con Vincenzo Amato, Lucia Sardo e Pippo Delbono e con l’amichevole partecipazione di Fabio Grossi e Micaela Ramazzotti. Una storia che racconta di un disagio che diventa fuga. Quello di Davide, 14 anni, un adolescente diverso dagli altri. Il fatto è che assomiglia e ha i desideri di una ragazza e così scappa di casa. E sceglie come rifugio il parco più grande di Catania: Villa Bellini. Qui vive un mondo a parte, in una famiglia allargata, che il resto della città fa finta di non vedere.

Le meraviglie – Secondo film di Alice Rohrwacher – che ha debuttato proprio a Cannes nel 2011 con Corpo celeste (Quinzaine des Realisateurs) – ha come protagonista la sorella della regista, Alba Rohrwacher, insieme a Monica Bellucci, Maria Alexandra Lungu, Sam Louwyck, Sabine Timoteo e Agnese Graziani. Di scena una famiglia singolare di improvvisati apicoltori. Padre, madre e quattro figlie. Gente che parla le lingue e non c’entra niente con il mondo rurale che è solo il luogo di una fuga ideologica, di un modo di immaginare una vita fuori da certi schemi borghesi. La tv neppure ce l’hanno e quando compare con il volto della Fata Bianca Milly Catena (Bellucci) ne sono appena colpiti.

Incompresa – A Un Certain Regard c’è invece Incompresa di Asia Argento con Charlotte Gainsbourg e Gabriel Garko. Pura autobiografia, almeno nello spirito. Due genitori artisti ingombranti e separati, interpretati da Gabriel Garko e Charlotte Gainsbourg e che non possono che ricordare quelli veri di Asia Argento, sballottano la ragazzina Asia da una casa all’altra. Per la futura attrice e regista, un’infanzia non facile e senza nessun equilibrio che può far perdonare ogni sua futura intemperanza e stranezza. Un dramma, quello di Incompresa, che si rivelerà però anche una sorta di liberazione per la ragazzina, un modo per lei di affrontare la vita, oltre i limiti familiari, con slancio e tanta curiosità. Il film, ambientato nel 1984 e prodotto da Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Wildside con Rai Cinema, in coproduzione con Paradis Films e Orange Studio, ha come protagonista una bambina di nove anni, interpretata dalla piccola Giulia Salerno. A confermare il carattere autobiografico di Incompresa, girato tra Roma e Torino e con nel cast anche Max Gazzè e Gianmarco Tognazzi, alcune coincidenze impressionanti. La lunga relazione sentimentale di Dario Argento con Daria Nicolodi, madre di Asia, si conclude nel 1983 (solo un anno prima di quando si svolge il film). E nel 1984 Asia aveva appunto nove anni come la piccola protagonista.

Nella pattuglia Italia anche Lievito madre di Fulvio Risuleo, cortometraggio in corsa a Cinefondation, in cui si racconta il più classico dei triangoli: lui, lei, l’altro. L’originalità sta nel fatto che “l’altro” e’ un personaggio non umano, bensì fatto di acqua, farina e miele. E infine ci sono due episodi firmati da registi italiani nel film a più voci I ponti di Sarajevo. 

L’Avanposto di Leonardo Di Costanzo, girato tra il massiccio del Pasubio e le trincee del Nagia’-Grom in Valle di Gresta, ricostruisce l’esperienza del soldati al fronte durante la Grande Guerra. E, infine, l’episodio Il Ponte di Vincenzo Marra ricostruisce la drammatica esperienza di una coppia di bosniaci esiliati a Roma, alle prese con le dolorose memorie dell’assedio di Sarajevo, all’inizio degli anni ’90. Ora il padre di lui è morto, proprio a Sarajevo, ma l’uomo non riesce a tornare per i funerali in quella città piena di brutti ricordi.


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